Lotta di Coldiretti contro il falso Made in Italy: bilancio preoccupante

COLDIRETTI: LA BATTAGLIA PER LA DIFESA DEL MADE IN ITALY CONTINUERÀ AD OLTRANZACOLDIRETTI: LA BATTAGLIA PER LA DIFESA DEL MADE IN ITALY CONTINUERÀ AD OLTRANZA
Bisi: “gli inganni e le contraffazioni costano all’agroalimentare nazionale 60 miliardi di euro”

Radio Sound

Latte dalla Germania diretto a Collecchio cosce di maiale olandesi consegnate ad un prosciuttificio di Langhirano, un carico di 20 tonnellate di pasta “italiana” sbarcato al porto di Ancona, proveniente dalla Grecia e destinato a Parma.

Sono solo alcuni dei carichi fermati e controllati dalle Forze dell’ordine ai valici (Brennero e Frejus), e ai porti dove migliaia di agricoltori della Coldiretti hanno manifestato per chiedere l’etichettatura d’origine dei prodotti e una vera tutela del Made in Italy.

Da Piacenza si sono mobilitati a centinaia sia al Brennero che sul territorio per i comitati di accoglienze davanti agli stabilimenti destinatari dei carichi con prodotti esteri e per le staffette di pronto intervento.

Un bilancio sicuramente preoccupante, commenta il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi che insieme al direttore Massimo Albano ha presidiato tutti i momenti della mobilitazione: il risultato è che due prosciutti su tre venduti come italiani sono provenienti da maiali allevati all’estero, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all’insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere; tutto questo causa un grave danno sia in termini di immagine che di risorse economiche; gli inganni e le contraffazioni costano all’agroalimentare nazionale 60 miliardi di euro.

“I camion che abbiamo visto passare al confine, sottolinea il direttore Albano, sono un’ulteriore prova, anzi una conferma di quello che da sempre sosteniamo: serve un’etichettatura d’origine chiara e trasparente per garantire sia la nostra agricoltura che i consumatori, che devono avere la possibilità di scegliere”.

In questa nostra battaglia siamo contenti, prosegue Bisi, di avere al nostro fianco il ministro all’Agricoltura Giancarlo Galan, presente insieme a noi al Brennero e che ha annunciato ai manifestanti della Coldiretti che “il Governo sta studiando il provvedimento e che quella al Brennero è l’ultima vostra iniziativa senza che ci sia una legge sull’etichettatura obbligatoria”. Un sostegno fondamentale l’abbiamo avuto dalle istituzioni locali, in particolare dall’assessore provinciale all’agricoltura Filippo Pozzi, che ha partecipato alla mobilitazione, confermando “come sia fondamentale smascherare questa vera e propria truffa perpetrata ai danni dei consumatori e delle nostre aziende agricole. Non è più prorogabile l’entrata in vigore del provvedimento riguardante l’etichettatura obbligatoria, se vogliamo effettivamente continuare a valorizzare il vero made in Italy.”

E’ indispensabile ricordare, continua Albano, che negli ultimi anni con la mobilitazione a favore della trasparenza dell’informazione, la Coldiretti è riuscita a ottenere l’obbligo di indicare la provenienza per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di pomodoro, extravergine di oliva ma ancora molto resta da fare con l’etichetta che è anonima per circa la metà della spesa: dai formaggi ai salumi, dalla pasta ai succhi di frutta.

“La battaglia continuerà ad oltranza, conclude il presidente Bisi, e non escludiamo nuove iniziative in difesa del Made in Italy fino a quando non otterremo garanzie sulla trasparenza dell’informazione ai consumatori e sull’etichettatura obbligatoria di tutti i prodotti.”