Politiche per la sicurezza. Convegno sulla polizia locale in Regione

Centottantuno corpi di polizia municipale, in buona parte associati e dotati di tecnologie all’avanguardia. I primi sei anni di politiche per la sicurezza urbana della Regione Emilia-Romagna – dopo la riforma che dal 2001 ha ridisegnato i compiti della polizia locale e responsabilizzato in modo diretto i Sindaci e le Regioni – hanno portato a diverse trasformazioni e a raggiungere risultati significativi.

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Il punto è stato fatto questa mattina nell’ambito del convegno “Sicurezza e polizia locale in Emilia-Romagna. Risultati raggiunti e nuovi obiettivi”, aperto dalla vice presidente della Regione Simonetta Saliera.

Le strutture di polizia municipale in Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna la polizia locale è presente in 339 Comuni (il servizio non è attivo in 9 piccolissimi Comuni inferiori ai 1.000 abitanti) mediante strutture incardinate su un singolo ente o che operano in più comuni associati.

Il numero di strutture (comunali e intercomunali) è passato dalle 261 del 2003 alle 181 del 2008 (-31%), grazie al forte orientamento all’associazionismo tra enti promosso dalla Regione che ha consentito una razionalizzazione delle risorse umane e materiali.

Le strutture con più di 30 addetti sono oggi pari oggi a 34 corpi (erano 20 nel 2003), mentre le piccole strutture, con meno di 10 addetti e quindi capaci di mettere in campo minori economie di scala, sono passate dalle 193 del 2003 alle 120 del 2008.

Rispetto alle fasce di attività, come conseguenza dell’aumento della dimensione dei corpi, il peso sul totale delle strutture che eroga il servizio su tre turni (dalle 7 alle 01) passa dal 5,4% al 9,4.

Con riferimento ai cittadini serviti, il 95,9% dei residenti in Emilia-Romagna può contare su un servizio di polizia municipale che copre l’intero arco diurno (dalle 7 alle 19).

Il personale

Gli operatori di polizia municipale presenti in Emilia-Romagna al 31 dicembre 2008 sono 4056, dislocati in 181 strutture. Sono aumentati, dal 2003 al 2008, del 2,4% (+ 173 unità dal 2007 al 2008). In particolare, dopo una iniziale forte diminuzione di organico, l’inversione di tendenza è partita dal 2006, anno in cui si è iniziato a sottoscrivere gli Accordi di programma per la costituzione e lo sviluppo dei corpi. Si tratta di contratti sostenuti con finanziamenti regionali per la parte di investimento e che, nell’arco di alcuni anni, impegnano gli enti locali a rafforzare l’organico del proprio comando.

In Emilia-Romagna sono 194 gli operatori di polizia provinciale attivi nelle 9 province, con una variazione minimale rispetto ai 196 del 2004.

In aumento la percentuale di donne al lavoro nella polizia municipale: il 42% oggi, contro il 39% del 2003. Con riferimento ai responsabili di struttura, il 23% è di sesso femminile. Nella polizia provinciale sono 37 le donne presenti (quasi il 20%) e 3 strutture su 9 hanno un comandante di sesso femminile.

Le dotazioni strumentali

L’investimento della Regione per l’innovazione tecnologica delle polizie municipali, ha reso possibile l’informatizzazione degli uffici e l’utilizzo di nuove tecnologie per il controllo del territorio e la comunicazione interna.

Per quanto riguarda la strumentazione tecnologica: le centrali operative sono raddoppiate, la gestione informatizzata delle attività riguarda oggi il 79% delle strutture (rispetto al 59% del 2003) mentre i sistemi di videosorveglianza gestiti dalle polizie municipali sono diffusi nel 44% delle strutture.Rispetto al 2003 è stato incrementato il numero dei veicoli in uso, soprattutto autoveicoli (da 1012 a 1080) e biciclette (da 442 a 498) a sfavore dei ciclomotori, che calano da 347 a 274. Va segnalato che la Regione dal 2003 al 2008 ha finanziato 78 progetti di qualificazione della polizia locale per l’acquisto di veicoli, oltre ad aver stipulato con gli Enti locali 42 Accordi di programma in cui, tra i vari investimenti, si prevedeva l’ammodernamento del parco mezzi.Per quanto riguarda i dispositivi di controllo (tra le dotazioni più rilevanti sia in termini di costi che di livello tecnologico), la percentuale di strutture di polizia municipale dotate di rilevatori di velocità sia mobili che fissi è molto alta (80%) e costante nel tempo. La strumentazione di contrasto alla guida in stato di ebbrezza (etilometri, pre-test alcol) ha registrato un aumento rilevante: sia l’etilometro che il pre-test alcol sono presenti in oltre il 40% delle strutture (129 apparecchi). Circa il contrasto della guida sotto effetto di stupefacenti il numero di strutture dotate di dispositivi pre-test passa da dall’1,5% al 21,5%.

Le attività

Tutte le attività svolte sono aumentate molto di più rispetto al numero degli operatori, segno di un’ottimizzazione delle risorse, di un adeguamento organizzativo efficace e di un miglioramento tecnologico dei comandi.

Aumentano tutte le attività di carattere preventivo/informativo: nel 2008 i veicoli fermati per controlli di polizia stradale sono stati 1.359.298 (+26% rispetto al 2004); le ore di educazione stradale nelle scuole sono passate da 20.882 nel 2003 a 26.500 nel 2008 (+21%); aumentati anche i controlli in materia di edilizia e ambientale e quelli in materia di commercio e pubblici esercizi (+27% dal 2006 al 2008). Andamento tendenzialmente stabile per le attività di controllo effettuate dalla polizia provinciale; cospicuo risulta l’apporto dei volontari, coordinati dai comandi di polizia provinciale, con una attività che supera le 1100 violazioni annue e che ha toccato il suo apice nel 2007 con quasi 1400.Per quanto riguarda l’attività di rilievo degli incidenti stradali, quelli registrati dalla polizia municipale sono diminuiti meno (-6%) di quanto non abbiano fatto gli incidenti in regione (-12%), lasciando ipotizzare un progressivo trasferimento di questo tipo di attività dalle altre forze di polizia alle polizie locali.Relativamente alle attività di tipo sanzionatorio, le violazioni al codice della strada accertate sono aumentate del 27% dal 2003 al 2008. Di queste quelle legate ai comportamenti (non collegati a motivi di sosta) sono passate dal 45% al 55%. Le violazioni amministrative in altre materie (edilizia, ambiente, commercio e pubblici esercizi) hanno registrato una tendenza in calo, probabilmente dovuta a una più intensa attività di tipo preventivo.In netto aumento le attività di polizia giudiziaria: +46% le comunicazioni di reato, +200% le denunce raccolte, +230% le persone fotosegnalate. Tale andamento, a fronte dell’aumento contenuto del numero di operatori è sintomo di un progressivo aumento del coinvolgimento delle strutture in tali attività.

Il ruolo della Regione Emilia-Romagna.

A partire dalla legge 24/2003 di “Disciplina della polizia amministrativa locale e promozione di un sistema integrato di sicurezza”, la Regione ha fatto un grande investimento per la qualificazione della polizia locale e la promozione di corpi strutturati.

Tra il 2003 e il 2009 l’impegno regionale è stato superiore a 18 milioni di euro, a titolo di cofinanziamento per investimenti. Considerando le quote a carico di Comuni e Province, il sostegno finanziario complessivo allo sviluppo delle polizie locali ha superato i 30 milioni di euro.Gli ulteriori investimenti per nuove tecnologie e sviluppo di infrastrutture, hanno consentito di realizzare:

– R3, il sistema di radiocomunicazione digitale che, tra l’altro, mette in contatto tutte le polizie locali con una tecnologia di ultima generazione;

– Rilfedeur, sistema informatico per la rilevazione dei fenomeni del degrado urbano per gestire in tempo reale gli interventi originati dalle segnalazioni dei cittadini e ottenere una mappatura circostanziata dei luoghi dove maggiore è il rischio di degrado;

– Archimede e Mister, progetti per la raccolta e la gestione delle denunce per i reati subiti dai cittadini e per il monitoraggio degli incidenti stradali attuato dal servizio regionale Controllo strategico e statistica.

Per il sostegno alla formazione degli operatori, con la direttiva del 2005, la Regione ha previsto un periodo obbligatorio di formazione (300 ore di attività didattica tradizionale e stage operativo) per tutti gli operatori neo assunti nelle polizie locali. Strumento fondamentale nella realizzazione dell’attività di formazione e aggiornamento è stata per anni la Scuola regionale di polizia locale che, dal 2009, si è trasformata in Scuola interregionale di polizia locale delle Regioni Toscana, Liguria ed Emilia-Romagna.