Circa 1.800.000 i quintali di latte prodotto dalle 275 aziende associate
Il nuovo consiglio dell’Associazione Piacentina Latte ha eletto stamattina il suo presidente. Fabio Minardi, 47 anni, titolare di un’azienda agricola a Cortemaggiore ad indirizzo zootecnico, sarà affiancato dal comitato esecutivo composto da Giovanni Manfredi e Antonello Bellin (vice presidenti), e da Francesco Zucca, Giancarlo Gambazza e Alessandro Morsia.
“L’Apl, deve tornare a rappresentare un punto di riferimento importante per il settore del latte a Piacenza”. Con queste parole, Fabio Minardi ha ringraziato i soci per la fiducia accordatagli; “solo attraverso un fondamentale lavoro di squadra riusciremo a valorizzare davvero il nostro latte. Non dimentichiamo che su un totale di 320 aziende agricole piacentine produttrici di latte, ben 275 sono iscritte ad Apl con una produzione complessiva di circa 1.800.000 quintali di latte.”
“Uno dei primi impegni di questo mandato, ha proseguito Minardi, sarà l’informazione tempestiva ai soci sulle procedure che portano alla creazione del prezzo del latte. Già nei prossimi giorni, parteciperò ad un incontro in Lombardia, mercato di riferimento anche per la nostra provincia. Il 30 giugno infatti scadrà l’accordo siglato da Coldiretti e dalle altre associazioni di categoria con Assolatte, e noi riteniamo che grazie al cambiamento delle condizioni commerciali, ci siano i presupposti per migliorare la situazione per le aziende agricole, senza ripercussioni sulle tasche dei consumatori.
Il settore del latte, continua Minardi è sottoposto ad una pesante crisi ed è ancora troppo alta la differenza tra costi di produzione e prezzo riconosciuto alla stalla; non possiamo più permetterci di lavorare a queste condizioni, peraltro aggravate dagli enormi quantitativi di latte che entrano dall’estero in maniera “incontrollata”.”
Dalle frontiere italiane sono passati in un anno ben 1,3 miliardi di litri di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili di polvere di latte di cui circa 15 milioni di chili di caseina utilizzati in latticini e formaggi all’insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori. “Ma la gravità della situazione, sottolinea il neo presidente, purtroppo viene avvertita dall’opinione pubblica solo nei casi di “scandali alimentari” così come è successo per la mozzarella blu prodotta in Germania, ma venduta con marche italiane. Si conferma, anche in questo caso, la necessità di introdurre al piu’ presto l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte utilizzato, per difendere consumatori e produttori italiani ed evitare effetti generalizzati provocati da specifici allarmi sanitari provenienti dall’estero.”
“Ed è proprio per un’esigenza di certezza dell’origine e sicurezza alimentare, ribadisce il vice presidente Giovanni Manfredi, (il primo nella nostra provincia ad installare il bancolat), che negli ultimi anni ha avuto una notevole diffusione la vendita diretta di latte crudo attraverso i distributori di latte, (a Piacenza quelli targati Coldiretti sono 18); una opportunità, che consente ai consumatori di risparmiare oltre il 30 per cento rispetto al normale prezzo di vendita, ma anche di tutelarsi dai rischi del latte proveniente dall’estero.
Tuttavia, conclude Manfredi, mi preme richiamare l’attenzione sui controlli che vengono effettuati periodicamente sul latte fresco per garantire ulteriormente i consumatori e che dopo il “caso mozzarella”, sono notevolmente aumentati. Noi siamo perfettamente d’accordo, ma non vorremmo che si spostasse l’attenzione dalle mozzarelle importate ai nostri bancolat. Il vero problema anche per la salute dei cittadini sono i prodotti indistinti e senza controlli che arrivano dall’estero e non i bancolat con latte prodotto dagli stessi agricoltori che ogni giorno “ci mettono la faccia”.