«In città il costo di manutenzione dei rivoli diversivi e dell’impianto idrovoro della Finarda è di circa 40mila euro all’anno. Eppure i cittadini pagano ai consorzi di bonifica, complessivamente, quasi due milioni e mezzo di euro». La denuncia arriva dal presidente nazionale della Confedilizia, l’avvocato Corrado Sforza Fogliani ed è stata recentemente posta all’attenzione del vicepresidente della Provincia, Maurizio Parma e del neoconsigliere regionale Stefano Cavalli nel corso di un colloquio-confronto col presidente nazionale dell’organizzazione dei proprietari di casa. All’incontro hanno preso parte anche il direttore Maurizio Mazzoni e Antonino Coppolino del coordinamento dei legali dell’associazione. L’auspicio della Confedilizia è che si proceda quanto prima a «riformare il sistema elettorale dei consorzi di bonifica e si rivedano i criteri di approvazione dei piani di classifica». L’obiettivo a cui guarda l’associazione è garantire «il giusto pagamento dei contributi consortili e solo da parte di chi ne ha reale beneficio». Cavalli ha manifestato la sua volontà di continuare la battaglia in Regione del suo predecessore, Parma, «per una corretta e più equa contribuenza». «È assurdo – ha detto Mazzoni – che chi riceve beneficio irriguo voti insieme a chi gode del beneficio di bonifica. Confedilizia non può accettare, infatti, un sistema elettorale che non prevede una rappresentanza diretta in relazione all’entità della contribuenza e che mette sullo stesso piano agricoltori che pagano per i propri terreni a causa di un (magari presunto) beneficio di bonifica ed altri agricoltori che invece pagano non un contributo, ma un prezzo, per un cospicuo, e sottopagato, vantaggio irriguo». «Da rivedere – ha aggiunto il presidente nazionale – sono pure i criteri per l’approvazione dei piani di classifica (lo strumento previsto dalla legge per garantire la "corretta ed equa ripartizione della contribuenza"). Il catasto, su cui ci si basa ora, non è uno strumento che ha senso. In che modo può infatti incidere il valore del’immobile sul beneficio di bonifica?». Spazio anche alle considerazioni politiche. «C’è sempre stato – ha osservato Sforza Fogliani – un cordone ombelicale particolare tra consorzi e regione Emilia Romagna, che non è presente neppure nelle altre regioni "rosse", come la Toscana, che ha recentemente varato misure per ristabilire una corretta contribuenza». Nel caso delle Marche – si è osservato – le competenze dei consorzi sono addirittura passate alle Province.