Il sindaco Reggi a Bologna, accanto ad altri primi cittadini della regione

Anche il sindaco di Piacenza Roberto Reggi ha partecipato, ieri mattina, alla conferenza stampa che il Partito Democratico ha tenuto a Bologna, alla presenza del presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, del segretario regionale Pd Stefano Bonaccini e di numerosi primi cittadini, per presentare le proposte del partito su patto di stabilità e federalismo fiscale, nonché le azioni a sostegno dei Comuni contro la crisi. Erano presenti, inoltre, i sindaci di Fiorenzuola, Pontenure, Podenzano, Rottofreno e Gossolengo. Nell’occasione, si è ribadito il significato del Patto anticrisi promosso dalla Regione Emilia Romagna, condiviso con le organizzazioni imprenditoriali e sindacali, volto a sostenere la ripresa e a concretizzare iniziative di sostegno ai redditi e alle famiglie, prevedendo sgravi fiscali e ammortizzatori sociali, oltre a favorire gli investimenti pubblici e l’accesso al credito per le piccole e medie imprese. "Una politica di cui lo stesso Comune di Piacenza si è fatto promotore – ha sottolineato il sindaco Roberto Reggi – prendendo atto della necessità di dare una risposta unitaria e concreta alle situazioni di crescente bisogno sociale che emergono in questo periodo così difficile dal punto di vista economico e occupazionale". "Gravememente inadeguate e insufficienti" vengono invece definite dagli esponenti del Partito Democratico, le politiche anticrisi del Governo, puntando in particolare l’accento sulla conferma del Patto di stabilità, che "frena gli investimenti pubblici, impedisce o limita pesantemente la capacità e la volontà degli enti locali, dei Comuni, di potere assolvere una efficace funzione anticrisi attraverso gli investimenti che potrebbero direttamente e rapidamente attivare". "Il Governo – hanno rimarcato Reggi e i presenti alla conferenza stampa – ha fatto carta straccia del pronunciamento pressoché unanime del Parlamento, che un anno fa, a stragrande maggioranza, aveva votato un ordine del giorno proposto dal Pd per l’allentamento dei vincoli del Patto di stabilità dei Comuni"."Inoltre – proseguono i tanti primi cittadini emiliano-romagnoli intervenuti oggi – la Finanziaria 2010 ha tagliato pesantemente il fondo ordinario; non ha restituito ai Comuni quanto dovuto in seguito all’abolizione dell’Ici prima casa; ha bloccato ogni forma di autonomia impositiva; ha tagliato le risorse per la sicurezza, il fondo sociale per la non autosufficienza, le risorse per la scuola dell’obbligo, per lo sviluppo economico, per l’ambiente; non ha fatto un passo in direzione dell’attuazione del federalismo fiscale. Al tempo stesso ha regalato soldi ai "Comuni amici" (140 milioni di euro a Catania, 500 milioni a Roma, 160 milioni a Palermo…), in barba a ogni criterio di efficienza e responsabilità, premiando così chi ha male amministrato a scapito di chi ha lavorato bene. A Roma poi, sono andati 80 milioni entrati con lo scudo fiscale!"."Il Pd – rimarcano gli esponenti democratici – è contrario a questa politica perché mette a rischio non solo la possibilità per i Comuni di rispondere ai bisogni delle comunità locali, ma anche la continuità e l’esistenza di servizi pubblici e sociali essenziali. In tanti piccoli Comuni, soprattutto nelle aree interne e montane, è compromessa la possibilità stessa di chiudere i bilanci. I Comuni sono l’ossatura del sistema istituzionale, rappresentano uno snodo fondamentale per contrastare la crisi, per modernizzare il sistema infrastrutturale, per garantire la coesione in una società sempre più complessa, per tutelare i diritti di cittadinanza. Chiediamo al Governo un deciso cambio di rotta. E lo chiediamo convinti di interpretare le preoccupazioni e lo stato d’animo della stragrande maggioranza dei sindaci, di ogni orientamento politico, come dimostrano le prese di posizione e le iniziative promosse unitariamente nella nostra e in altre Regioni, dalle associazioni di rappresentanza dei Comuni".In conclusione, i sindaci partecipanti, accanto a Vasco Errani e Stefano Bonaccini, rivendicano l’attuazione del federalismo fiscale così come previsto dalla Legge 42/2009, per accrescere l’autonomia finanziaria dei Comuni e, nel contempo, la responsabilità degli amministratori; la modifica degli obiettivi e delle regole del patto di stabilità, per sostenere la spesa per investimenti, favorire politiche di coesione sociale e premiare i Comuni virtuosi; la restituzione completa (e la rivalutazione) dell’Ici prima casa; adeguati sostegni ai piccoli Comuni, con una più forte incentivazione della gestione associata di servizi e funzioni in capo alle Unioni di Comuni, l’aumento del fondo per gli investimenti e il ripristino del Fondo nazionale della montagna; il completo reintegro del fondo per le politiche sociali; infine, un intervento legislativo che – come stabilito dalla Corte costituzionale – riconosca la soppressione dell’Iva dalla Tariffa rifiuti (Tia) ma senza scaricare costi su Comuni, famiglie e imprese.

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