La città di Piacenza è da sempre stata terra di frontiera per il passaggio sul Po verso la Lombardia e lungo il Trebbia per la Liguria e con questi territori ha mantenuto nei secoli stretti legami economico-commerciali e anche culturali; per sua natura Piacenza è la porta dell’ Emilia verso la Lombardia e verso l’Europa e per questo è sempre stata sia un centro strategico molto ambito per i potenti sia un appagante approdo per importanti artisti di diversa provenienza. A Piacenza, una volta entrata nella sfera viscontea nel Trecento, le influenze lombarde si sono accentuate nelle grandi opere (Duomo e S. Francesco, palazzi Scotti e Landi) per culminare nelle imprese architettoniche di ispirazione bramantesca in età rinascimentale (S. Sisto, S. Sepolcro e S. Maria di Campagna).Nel corso del Seicento la presenza dei lombardi a Piacenza si intensifica (Malosso, Procaccini, Morazzone, Nuvolone) e si associa, grazie anche agli indirizzi della corte farnesiana, a quella di artisti liguri della fine del secolo (Castello, De Ferrari, Fiammenghino, Piola, Draghi, Mulinaretto).Questo è il motivo che ha fatto ideare a Franco Moro, conoscitore della pittura lombarda e ligure, storico dell’arte insediatosi in Piacenza, questa iniziativa, subito e volentieri recepita da Maurizio Sesenna della Galleria Rosso Tiziano per essere allestita nello splendido spazio della antica chiesa dei SS. Nazzaro e Celso in via Taverna e introdotta dallo studioso e storico piacentino Stefano Pronti, già direttore dei Musei in Palazzo Farnese per vent’anni.A partire dalle opere di GIOVAN MAURO DELLA ROVERE detto FIAMMENGHINO, frescante di molte chiese lombarde e di GIOVANNI BATTISTA TROTTI detto il MALOSSO, cremonese attivo anche in San Francesco a Piacenza, si percorrerà la strada del naturalismo di DANIELE CRESPI, le stemperate suggestioni venete e vandykiane di FRANCESCO CAIRO, di GIOVANNI ANDREA DE FERRARI e dei due fratelli NUVOLONE, CARLO FRANCESCO e GIUSEPPE, anch’essi attivi più volte in città. Una suggestiva opera raffigurante Incendio di città del raro pittore RIDOLFO CUNIO una Battaglia di Clavjio di ALESSANDRO GHERARDINI detto il CERANINO, o un Ester e Assuero del bergamasco CARLO CERESA aprono lo scenario alla seconda metà del secolo, al quale risalgono le tele di CARLO DONELLI detto il VIMERCATI e di STEFANO MARIA LEGNANI detto il LEGNANINO, fino alle opere della bottega dei PIOLA e dell’elegante BARTOLOMEO GUIDOBONO. Il pregio speciale di questa mostra, che ricreerà la temperie culturale piacentina del secolo XVII, sta anche nel fatto che sarà una vetrina per opere in maggioranza inedite, scoperte recentemente, mai pubblicate finora e in alcuni casi importanti aggiunte ai cataloghi dei rispettivi pittori.La Mostra è posta sotto il patrocinio del Comune e della Provincia di Piacenza.• La Mostra rientra nelle manifestazioni della Settimana Nazionale dei Beni Culturali• La visita alla Mostra consentirà la visita gratuita alla Pinacoteca di Palazzo Farnese• Saranno possibili apposite visite guidate per gruppi e per le Scuole su prenotazione• Sono previste serate a tema e visite dedicate a vari aspetti della cultura figurativa