Il sofferto accordo sul prezzo del latte alla stalla raggiunto nei giorni scorsi, pur nella consapevolezza di aver fatto tutto quello che si poteva per sostenere il reddito delle imprese di allevamento, ha insegnato alcune cose importanti.Gli allevatori, dichiara il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi, non hanno nessun peso contrattuale; pur in presenza di un buon andamento dei listini all’ingrosso dei grandi formaggi Dop nazionali, sono sempre altri soggetti, industria di trasformazione o grande distribuzione, che troppo spesso dettano le regole lucrando sulla qualità del latte italiano.Non è poi pensabile continua Bisi, che ogni tre o sei mesi si celebri un avvilente rituale che vede gli allevatori presi in giro con offerte irricevibili da parte dell’industria italiana di trasformazione del latte.Occorre dare un quadro normativo di trasparenza al settore incentrato:- sull’assoluto obbligo di indicare l’origine del latte utilizzato per la trasformazione in yogurt, mozzarelle, latte alimentare, formaggi; – sull’impossibilità di utilizzare concentrati proteici, polveri di latte o caseine;- sulla valorizzazione dei prodotti della tradizione italiana da inserire nei capitolati delle mense pubbliche;- sulla pubblicazione su siti internet fruibili a tutti i consumatori dei flussi di importazione del latte, delle cagliate e degli altri prodotti agroalimentari in vendita sugli scaffali. Oltre alla normativa è necessario quindi trovare misure strutturali contro la gravissima situazione in cui ormai da troppo tempo versa il mercato del settore lattiero-caseario, caratterizzato a livello nazionale ed internazionale da prezzi alla stalla molto al di sotto dei costi di produzione e che stanno concretamente mettendo a rischio il futuro degli allevamenti da latte. E’ anche per questo motivo che Coldiretti, di concerto con la Confederazione Nazionale, ha elaborato e definito un progetto che prevede la costituzione di una società senza fini di lucro, che con scopo consortile, sarà proiettata a tutelare e migliorare, direttamente e indirettamente, le attività dei produttori attraverso una disciplina comune ed esclusiva di trading – compravendita con assunzione del rischio commerciale – del latte comunque trattato e dei prodotti lattiero-caseari e alimentari in genere. Stiamo guardando, commenta il Presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi, a questa iniziativa con grande attenzione e interesse, perché riteniamo che, anche per la nostra provincia, possa rappresentare uno strumento utile per ridare stabilità al settore, rafforzare il potere contrattuale dei produttori e quindi valorizzare pienamente le nostre produzioni di qualità che oggi non vengono pagate per quello che realmente valgono, mentre paradossalmente continuano a crescere i prezzi al consumo. Da tutto questo emerge chiaramente come la strada segnata da Coldiretti per recuperare valore all’impresa di allevamento tramite una filiera tutta italiana e tutta agricola firmata dagli stessi allevatori, rimanga come l’unico percorso possibile per dare reddito alle imprese agricole, reddito che attualmente va in tasca ad altri attori della filiera.