L’ESPONENTE DEL CARROCCIO: "I CITTADINI PAGANO DUE VOLTE. A ENÌA E ALLA BONIFICA"«Chi paga deve avere un beneficio». La direttrice tracciata dal consigliere regionale Luigi Fogliazza nella proposta di legge, a sua firma, sui consorzi di bonifica dopo una prima lettura in commissione bilancio (di cui l’esponente della Lega Nord è vicepresidente) approda in commissione territorio, ambiente e mobilità. «Occorre mettere mano e rivedere i criteri di esazione contributiva» sottolinea il consigliere, che punta il dito contro le tassazioni ingiuste, o per mancanza di beneficio, o per sovrapposizione di competenze. E’ il caso delle acque di scolo, per cui i cittadini devono mettere mano due volte al portafogli. «Così i soldi vanno a Enìa e agli stessi consorzi. In realtà è chi utilizza direttamente i canali consortili che dovrebbe pagare, nello specifico: la multiutility o il Comune, come stabilisce una legge dello Stato per cui sono i gestori idrici ad accollarsi i costi consortili, se questi offrono loro un servizio». A livello tecnico Fogliazza mette in evidenza alcune incongruenze tra la proposta di legge della giunta regionale dello scorso scorso 28 dicembre e uno specifico ordine del giorno dell’assemblea bolognese, risalente all’aprile 2009. Il consigliere evidenzia come nell’ultima iniziativa legislativa, manchi l’iniziale «impegno a definire nuove modalità per la rappresentanza nei cda delle utenze agricole ed extra-agricole. Il numero dei consiglieri viene così calcolato in base ai contributi senza alcuna distinzione tra le differenti componenti e senza alcun riferimento al rapporto costi-benefici». Fogliazza denuncia incoerenza anche sulle ultime disposizioni riguardanti l’iter di elaborazione dei documenti di regolamentazione degli enti di bonifica. «Se la scorsa primavera – dice – la giunta si era impegnata a far seguire la redazione degli statuti alle direttive regionali, sentito il parere della commissione competente, niente è stato ripreso nella pdl di dicembre». La proposta di Fogliazza: «La revisione della legge regionale (e di quella nazionale) deve andare nella direzione di eliminare le attuali sperequazioni tra chi si avvale del servizio e chi no e riassegnare le competenze consortili agli enti locali. L’immobile soggetto a contributo deve poter esibire un beneficio, cioè un incremento del valore correlato con le opere di bonifica messe in atto. In caso contrario non devono essere chiesti soldi ai cittadini».