Il famoso quadro del "Piccio" (al quale – come è noto – è destinata una intera sala che si affaccia sul Salone dei depositanti di Palazzo Galli) ha fatto ritorno a Piacenza dopo una assenza ininterrotta – perché richiesto in prestito per mostre – di quasi nove mesi.Appena tornato dalla grande mostra sull’Ottocento tenutasi allo spazio espositivo delle Scuderie del Quirinale, il famoso quadro di Giovanni Carnovali era infatti partito, nel febbraio scorso, per altre Scuderie, quelle del Castello Visconteo di Pavia. Qui il dipinto è rimasto per più mesi, esposto alla mostra "Il Bacio. Arte Italiana dal Romanticismo al Novecento" (con sottotitolo: "Fatevi baciare dall’arte"), tenutasi nella vicina città lombarda. Per la sua importanza e rappresentatività, al quadro della collezione della Banca di Piacenza era stata dedicata la locandina della mostra, di cui ha costituito il logo.Ma dalla mostra pavese il celebre quadro era subito passato direttamente ad un’altra, richiesto in prestito alla Banca locale per una nuova e prestigiosa esposizione, voluta dalla Soprintendenza di Urbino e organizzata nella Rocca di Gradara, nelle Marche. La notorietà della rocca è com’è noto dovuta alla tradizione, formatasi in tempi relativamente recenti ma di immediata presa sul pubblico, secondo la quale entro le sue mura si sarebbe compiuto il tragico destino di Paolo e Francesca, gli sfortunati amanti cantati da Dante. E alla mostra, dal titolo "Baci rubati. Storie d’amore tra arte e letteratura" non poteva mancare il quadro del "bacio" per antonomasia, e cioè quello scambiato tra Aminta e Silvia, rappresentato nel quadro piacentino del grande artista ottocentesco.La mostra di Gradara si è ora conclusa. Il quadro del Piccio è così, finalmente, rientrato a Piacenza, ma è facile prevedere che vi rimarrà per poco perché ogni importante mostra sull’Ottocento o dedicata al soggetto richiamato nel dipinto, non manca di chiederlo in prestito alla nostra Banca.