Un’intera categoria professionale che rischia di essere decimata da una nuova normativa entrata in vigore nei mesi scorsi. I restauratori d’arte di tutta Italia, infatti, sono sul piede di guerra per contrastare i devastanti effetti derivanti dal Decreto Ministeriale 53 del 30 marzo 2009, che disciplina le modalità per lo svolgimento della prova di idoneità per l’acquisizione della qualifica di "restauratore di beni culturali" e della qualifica di "collaboratore restauratore di beni culturali" in attuazione a quanto disposto dall’art. 182, comma 1 quinques del Codice dei Beni Culturali emanato nel 2004.In sostanza, i restauratori che già da anni svolgono la loro attività, certificata da praticantato e da corsi pluriennali organizzati da Scuole Regionali, saranno obbligati, per vedersi confermare la qualifica, a sostenere un esame – due prove teoriche ed una teorico-pratica – che dovrebbe svolgersi nei primi mesi del nuovo anno. Ma non solo; per poter accedere all’esame, i restauratori dovranno essere in possesso di "certificati di buon esito" rilasciati dalle Soprintendenze in seguito ai restauri effettuati, ed aver svolto, entro il 2001 la professione di restauratore per almeno quattro anni. Norme restrittive ed altamente selettive che rischiano di cancellare un’intera generazione di restauratori. Il tutto anche se l’Italia vanta un primato a livello mondiale nell’attività di restauro, conservazione e tutela del patrimonio storico-artistico grazie, appunto, all’elevata professionalità degli operatori del settore. Un grido d’allarme lanciato da Cna che proprio a questo tema ha dedicato un partecipato incontro che ha visto tra i relatori il Presidente nazionale di Cna Restauro, Gianoberto Gallieri, il responsabile regionale Unione Artistico e Tradizionale, Ivan Fuschini, e il direttore provinciale Giovanni Ambroggi."Contro questa normativa – ha detto Gallieri – che presenta aspetti d’incostituzionalità abbiamo fatto a ricorso al Tar del Lazio e al Presidente della Repubblica con richiesta di sospensiva. La nostra posizione è stata anche presentata in Parlamento attraverso una Mozione sottoscritta da quaranta deputati, ed è proprio al Parlamento che ci appelliamo dato che chiediamo all’organo legislativo di attivarsi per modificare una legge assurda, cervellotica e fatta soltanto di inutili cavilli burocratici. La cosa più assurda è che la maggior parte dei restauratori italiani hanno frequentato Scuole Regionali che, secondo l’attuale normativa, non erano qualificate per organizzare questi corsi; lo erano in passato mentre oggi non sono più considerate tali".La prossima scadenza è comunque fissata al 31 dicembre: entro tale data, infatti, i restauratori che posseggono i requisiti previsti dalla legge per accedere all’esame, dovranno presentare i propri titoli agli uffici deputati alla certificazione dei requisiti stessi.Cna, però, spera di riuscire a far cambiare questa norma che anziché mettere ordine nella materia ha creato soltanto confusione e preoccupazione.