"Il IV Novembre dovrebbe ritornare festivo per ricordare a tutti gli italiani l’alto valore che ha la Patria e quanto sia stato difficoltoso costruire uno Stato unitario": lo ribadisce Luigi Francesconi (PdL) che ha ricordato di aver presentato questa proposta in Regione sotto forma di risoluzione nel 2005, risoluzione che ad oggi, quattro anni dopo, non è ancora stata discussa."Nella Grande Guerra – prosegue – l’intero Paese compì uno sforzo sovrumano in termini di vite umane e ne uscì prostrato economicamente e socialmente avendo però ottenuto ciò per cui valse la pena di compiere questo sforzo: fu infatti completata l’Unità geografica con la liberazione delle terre Irredente.Ne uscì un’Italia migliore, democratica, solidale ed improntata ad un sistema produttivo pienamente capitalistico.Questo grande regalo che ci venne fatto novantun anni fa attraverso il sacrificio di 650 mila soldati italiani deve essere preservato con forza, soprattutto in un’epoca in cui tutto il patrimonio che costituisce l’identità del nostro Paese è minacciato da globalizzazione, che mischia e omogeneizza tutte le peculiarità culturali, immigrazione massiccia, che importa nuovi usi e consumi, e dal dilagante disinteresse, anche fomentato ideologicamente ad arte.Lo sforzo di tener viva la fiaccola della memoria deve essere fatto non solo dalle Istituzioni ma anche dalla scuola che ha il compito di formare quelli che saranno gli italiani del domani.Evidentemente, però, la nostra massima istituzione locale, ossia la Regione, non è sensibile a questo tema, forse per ragioni politiche, e preferisce far scendere l’oblio su temi quali Patria Esercito.""Il IV Novembre – conclude Francesconi – è anche la festa delle Forze Armate, l’occasione che ci viene data una volta all’anno per dire grazie, come anch’io voglio fare convintamente, ai nostri militari impegnati a garantire l’ordine e la sicurezza nel nostro Paese, a difenderlo dalle minacce di qualsiasi tipo, soprattutto quelle terroristiche, ed a portare nel mondo quegli ideali di pace, democrazia, concordia e sviluppo che proprio dalla tragica esperienza della Prima Guerra Mondiale hanno tratto origine."