Quasi la metà degli italiani (47 per cento), ritiene che un alimento realizzato con prodotti coltivati o allevati interamente in Italia valga almeno il 30 per cento in più. E’quanto emerge dalla presentazione dei risultati della prima indagine che analizza il contributo del Made in Italy alla ripresa economica, realizzata da Coldiretti-Swg a ottobre 2009 e presentata nel corso del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione organizzato recentemente dalla Coldiretti a Cernobbio. La superiorità del Made in Italy alimentare, secondo quanto si evince dalle interviste, è attribuita, nell’ordine, al rispetto di leggi più severe, alla bontà e freschezza ed alla garanzia di maggiori controlli. "La conferma, sottolinea il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi, che la nostra strategia tesa alla creazione di una filiera, "corta" tutta agricola e tutta italiana, dove il prodotto è soprattutto locale o del territorio limitrofo, piace ai consumatori e giova agli agricoltori che non sono più pesantemente penalizzati nel loro reddito dai troppi passaggi che subisce il prodotto dal campo alla tavola".Non a caso, dall’indagine emerge che ben il 98 per cento degli italiani ritiene che dovrebbe essere sempre indicato il luogo di allevamento o coltivazione dei prodotti contenuti negli alimenti, "una caratteristica, puntualizza ancora Bisi, che non fa altro che definire con chiarezza l’origine del prodotto, che può essere certificata solo dall’etichettatura obbligatoria di provenienza che deve valere per tutti gli alimenti presenti sugli scaffali della G.D, di fatto il riconoscimento dell’impegno degli imprenditori italiani nel garantire la leadership qualitativa nella nostra produzione agricola".Ma dalla ricerca Coldiretti-Swg emergono altri particolari interessanti, per esempio che l’alimentazione e la moda sono i due settori dove più elevata è la fiducia nel Made in Italy degli italiani che invece sono più diffidenti quando si tratta di prodotti della bellezza, mobili, utensili per la casa, auto e apparecchi elettronici o elettrodomestici. "E’ un implicito riconoscimento, commenta Bisi, che i prodotti eno-gastronomici italiani, sono il frutto di creatività ed originalità, esattamente come la moda. I prodotti del territorio italiano e piacentino, (i salumi, i vini, i formaggi ecc), pur mantenendo tradizioni secolari, hanno saputo coniugare consuetudini antiche ed innovazione tecnologica, esprimendo prodotti che sono espressione di singoli territori, delle loro peculiarità, ovvero il contrario di quelli della globalizzazione, senza sapore, senza tradizione, uguali ovunque, dunque senza "l’anima" della tradizione italiana".Così oggi una forte maggioranza (circa il 54 per cento) degli italiani preferisce acquistare prodotti alimentari locali e artigianali che battono nettamente le grandi marche, ferme al 12 per cento. "Dunque, conclude Bisi, questa è la strada da percorrere, questo è il traguardo che ci dobbiamo dare, perché neppure la crisi incide sul bisogno di sicurezza alimentare dei cittadini che continuano ad esprimere un forte interesse per le produzioni ad elevato contenuto salutistico, identitario ed ambientale".