Ancora guai per Alfonso Filosa, l’ex direttore dell’ufficio provinciale del Lavoro che dallo scorso 26 giugno, come tutti ricorderanno, si trova in carcere con l’accusa di corruzione. Alla quale, è notizia proprio di queste ore, si aggiunge anche quella di concussione dopo che i carabinieri del nucleo investigativo hanno scoperto la società fittizia che don Alfonso, secondo le accuse, aveva creato insieme alla figlia Maria Teresa per ottenere da alcune aziende il pagamento di fatture trimestrali in cambio di fantomatiche consulenze, che in realtà non erano mai esistite. Insomma, secondo i carabinieri Filosa aveva trovato il modo di fatturare, e quindi rendere puliti, i soldi che sei ditte agro alimentari piacentine, cremonesi e mantovane gli pagavano per stare tranquille. In un caso un imprenditore, interrogato dai carabinieri, ha addirittura ammesso di essere stato caldamente invitato da Filosa a sponsorizzargli un viaggio a New York in business class.Proprio in queste ore i carabinieri gli hanno dunque notificato una seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere, mentre le figlia è stata indagata a piede libero. Il provvedimento è stato firmato dal giudice per le indagini preliminari Pio Massa su richiesta del sostituto procuratore Antonio Colonna. Ma le indagini, assicurano i carabinieri, non si fermano certo qui.