POLLEDRI (LN) A OMNIBUS: ?CHIUDERE CON LA PRIMA REPUBBLICA?. IL PARLAMENTAR

Al di là delle scelte della politica in Italia si assiste ancora – come nella prima Repubblica – a un miscuglio di interessi extra-politici che vorrebbe decidere, a prescindere dai risultati elettorali e dalla legittimazione dei cittadini. Andrea Molino, conduttore della puntata odierna di Omnibus, ha riassunto così la posizione espressa in apertura di puntata dal deputato piacentino Massimo Polledri, intervenuto per la terza volta al format di La7 della primissima mattina. Sul piccolo schermo la giornata politica si è aperta con un dibattito allargato sullo "sfogo di Cortina" di sabato scorso, quando il ministro Renato Brunetta ha parlato di elite in cospirazione contro il premier Silvio Berlusconi. Ormai habitué del programma Polledri si è confrontato con colleghi di entrambi gli schieramenti e giornalisti. Con lui, in collegamento da Milano, il direttore di "Tempi", Luigi Amicone. In studio centrale, a Roma, Benedetto della Vedova, onorevole in quota al Pdl, il collega del Pd, Matteo Colaninno e Bruno Tabacci dell’Udc. Nel ruolo di opinionista in sede capitolina ha preso parola Marco Damilano, cronista politico e parlamentare dell’Espresso. Molino, in conduzione, ha coordinato un’ora e mezza di intenso dibattito su poteri forti e politica, immediatamente acceso da un Colaninno che ha categoricamente negato ogni sorta di «complotto», dicendosi sorpreso dalla «sceneggiata di Cortina». Gli ha risposto lo stesso Polledri.«Dobbiamo chiudere la prima Repubblica – ha detto – e tornare ad essere un Paese normale dove ciascuno fa il suo. Dai politici ai magistrati. Invece oggi assistiamo a giudici che si permettono di cambiare le leggi».«Caso più eclatante: dobbiamo ancora licenziare la legge sul testamento biologico e già c’è un Tar che ce l’ha smontata. Come dare torto nei contenuti a Brunetta. Corrado Passera e Alessandro Profumo facevano code davanti ai gazebo dell’Ulivo e oggi sono inseriti nelle proprietà dei giornali e impugnano le redini di banche e imperi economici. Come nella prima Repubblica assistiamo ancora a una commistione importante tra economia, media e politica. C’è un miscuglio di interessi extra-politici che vorrebbe decidere a prescindere dai risultati delle elezioni».  In un quadro di grande contrapposizione tra centrodestra e centrosinistra, il parlamentare piacentino ha ricordato come il dialogo non sia impossibile. L’esempio lampante è temporalmente molto vicino. «Recentemente è stata approvata – ha sottolineato – la legge sulle cure di fine vita. Entrambi gli schieramenti  si sono uniti per ridare dignità al malato. Segno che questo vituperato parlamento a volte riesce ad abbracciarsi».

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