Una somma di 80mila euro che scotta e fatta sparire da un personaggio non ancora compiutamente identificato. Sono questi i nuovi elementi della tangentopoli piacentina che vede al centro delle accuse Alfonso Filosa, l’ex direttore dell’ufficio provinciale del Lavoro che da 26 giugno scorso si trova nel carcere milanese di Opera con la pesante accusa di corruzione. Insieme a lui sono finiti nei guai, lo ricordiamo, anche due imprenditori piacentini che avrebbero versato tangenti in cambio di favori da parte di don Alfonso.Da ambienti vicini alla procura proprio in questi giorni è però trapelata un’altra indiscrezione, ovvero quella di un’intercettazione ambientale effettuata dai carabinieri del Nucleo investigativo nella quale una persona vicino a Filosa avrebbe detto al 64enne, poco prima che venisse portato in carcere a Opera, di stare tranquillo riguardo a questi 80mila euro, perché erano stati dati a una persona di fiducia. Chi e se però abbia effettivamente ricevuto questo denaro – che non si esclude possa fare parte di un fondo "nero" di don Alfonso – non è emerso con certezza. Tuttavia dagli ambienti investigativi e giudiziari non arrivano al momento né conferme né tantomeno ulteriori particolari. Proprio in questi giorni, nel frattempo, gli avvocati della difesa Luigi Alibrandi e Benedetto Ricciardi sono in attesa di conoscere dal tribunale della Libertà di Bologna l’esito dell’ennesimo ricorso presentato per fare uscire l’ex direttore dal carcere. Va ricordato che quelli precedenti sono sempre stati rigettati dai giudici del capoluogo emiliano.