«Orgoglio» e «soddisfazione». Sono i primi commenti dell’assessore all’Ambiente della Provincia, Davide Allegri di fronte al primo aerogeneratore del piacentino, installato a Nicelli di Farini e oggetto di un sopralluogo istituzionale questa mattina. Allegri, osservando l’impianto da 600 Kw/ora che entrerà a breve in funzione ha sottolineato che «da parte della Provincia c’è l’intenzione di incentivare progetti come quello di Nicelli, all’interno di regole condivise, che saranno a breve oggetto di un incontro specifico in Provincia, per ascoltare i cittadini e dissipare dubbi e pregiudizi sulle energie alternative». L’assessore ha giudicato l’impianto «una risorsa per la nostra montagna, che non deturpa il paesaggio, anzi contribuisce a rispettarlo e a creare, con l’agricoltura, un sistema antropizzato a salvaguardia del territorio>>. Il collega con delega all’agricoltura, Filippo Pozzi, anch’egli impegnato nel sopralluogo, lo ha invece definito «un esempio importante di come si debba pensare a un utilizzo migliore delle rinnovabili». «Oggi – ha spiegato Pozzi– la tecnologia permette di trovare soluzioni adeguate a ogni tipo di conformazione territoriale. L’eolico rappresenta, in particolare, un’ottima fonte energetica. Gli aerogeneratori si presentano come strutture ben integrabili nel paesaggio».Pozzi auspica un cambiamento «culturale», nella direzione di trovare nuove risorse alternative da destinare alle comunità locali. Lo stesso obiettivo se l’è dato l’impresa costruttrice, l’ "Oppimitti Energy Srl", che intende – sul lungo periodo – coprire il fabbisogno dei Comuni e vendere energia pulita a un costo del 10 per cento inferiore. Un’idea che trova d’accordo anche il sindaco del Comune, Antonio Mazzocchi, tra i componenti della delegazione che questa mattina ha fatto tappa sui luoghi della centrale.La pala di Nicelli copre il 9 per cento del fabbisogno comunale. Alta 40 metri, sorregge una struttura rotante di 38 metri di diametro, in fibra di vetro con anima in carbonio. Per vedere l’opera realizzata sono bastati 3 mesi: 2 di opere civili e uno di montaggio. In compenso le autorizzazioni hanno impegnato i tecnici della ditta per un anno e mezzo. «Sono 35 gli enti a cui bisogna chiedere autorizzazioni – spiega l’amministratore delegato di Oppimitti, Andrea Tisot – dal progetto allo studio di impatto ambientale, tutti devono esprimersi».