COLDIRETTI: NON E’ CORRETTO CRIMINALIZZARE IL CONSUMO DI VINO

”Bisogna smetterla di considerare ubriaco chi beve due bicchieri: e’ in atto una criminalizzazione del vino che non ha senso alcuno e che sta uccidendo uno dei comparti più pregiati del made in Italy”. Così, in una intervista a "Quattroruote", il ministro dell’Agricoltura Luca Zaia ha preso decisa posizione nel dibattito sui limiti di tasso alcolemico per chi guida, attaccando di fatto i sostenitori della tolleranza zero. Zaia ha infatti invitato a guardare con attenzione le statistiche sugli incidenti: solo il 2,09 per cento, riferisce, e’ causato da guidatori in stato d’ebbrezza, gente ben al di sopra dello 0,5. "Siamo consapevoli – continua il Ministro –  dell’importanza di mettersi alla guida in condizioni di completa sicurezza. I rischi e pericoli per gli automobilisti non derivano sempre dal consumo smisurato di superalcolici, ma anche da altri fattori come l’uso di farmaci, la velocità elevata, la distrazione, il fumo. Occorre sensibilizzare, soprattutto i più giovani, ad una guida sicura e responsabile, che passa anche attraverso una maggiore consapevolezza di cosa significhi e comporti bere un superalcolico o invece degustare un vino".Anche il dottor Giorgio Calabrese sostiene che "non è corretto parlare sempre e solo di vino, criminalizzandolo anche in minime quantità, e mai di superalcol inebriante anche a piccole dosi. Non si può, continua l’illustre nutrizionista, comparare il bere un po’ di buon vino ai pasti con due drink superalcolici, magari a stomaco vuoto, perché questi sono i maggiori colpevoli durante l’ormai diffuso happy hour.""Era ora, commenta il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi, che al massimo livello istituzionale qualcuno prendesse una decisa posizione contro quella che è diventata una vera e propria cultura del proibizionismo, dimenticando il fatto che il vino in Italia, da sempre, fa parte integrante della nostra cultura alimentare e non è affatto uno strumento di "sballo". Certo, soggiunge Bisi, è ovvio che l’eccesso faccia male, ma un conto è stigmatizzare tout cort, per partito preso, il consumo di uno dei prodotti più tipici del territorio italiano (e naturalmente anche piacentino), ed un altro considerare che da secoli il consumo di vino, ovviamente buono, di qualità, è uno dei capisaldi della nella nostra alimentazione. Il limite attuale, ovvero, 0,5 grammi di alcol per litro di sangue, e’ più che ragionevole perché entro questi livelli si e’ sobri e perfettamente in grado di guidare".  Inutile ricordare, come ha assodato da tempo la scienza medica, che il vino fa bene per i suoi contenuti di antiossidanti, di resveratrolo, un vero e proprio "spazzino" delle arterie. "Non a caso, continua Bisi, nel primo semestre del 2009 e’ diminuito del 2,5 per cento il consumo familiare complessivo di vino, ma e’ aumentato del 2 per cento quello dei vini di qualita’ a denominazione Doc/Docg. Coldiretti con le sue campagne di educazione alimentare da sempre sottolinea la necessità di puntare sui prodotti di qualità, quelli del territorio, sui vini autoctoni come l’Ortrugo ed il Gutturnio. Bere per gustare" è la "filosofia" di fondo che anima i corsi (sempre più frequentati da giovani) attivati dalle associazioni dei sommelier che registrano un vero e proprio exploit, anche a Piacenza. Si tratta, ribadisce il presidente di Coldiretti, della dimostrazione che investire nella prevenzione, promuovendo la conoscenza del vino a partire dalle giovani generazioni, può contribuire a fermare gli abusi, stimolare la consapevolezza che un consumo responsabile di vino vada contrapposto a quello sregolato di alcol che, è bene precisare, è tutt’altra cosa ed è questo che va condannato; su questo occorre investire per prevenire. E’ necessario quindi, conclude Bisi, fermare gli abusi che colpiscono soprattutto gli adolescenti, bisogna  porre un deciso freno alla diffusione di cocktail, superalcolici e alcolpops, bibite che contengono spesso vodka e rum mascherate da innocui analcolici ready to drink. Quindi, basta assurde campagne di demonizzazione; recuperiamo il gusto del bere di qualità, legato ai prodotti del territorio.

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