Gianluigi Boiardi scrive al ministro Gelmini facendosi portavoce dei docent

Spett.le ministro Gelmini,                                 in qualità di ex presidente della Provincia di Piacenza e attuale consigliere provinciale del gruppo "Insieme per un nuovo Ulivo" mi faccio portavoce dei diritti dei docenti non abilitati che a partire dal prossimo anno non  potranno vedere il rinnovo del proprio contratto di lavoro, per via di un decreto giudicato più volte illegittimo dal TAR.Si tratta, come Lei ben saprà, del DM 42/09 che conferma per i non abilitati la possibilità di fare domanda di insegnamento in una provincia soltanto, mentre eleva questo numero a quattro per chi risiede in prima fascia. Questo provocherà di fatto la saturazione di tutte le Graduatorie ad Esaurimento, ossia quelle degli abilitati, provocando per chi risiede in terza fascia non solo la perdita del proprio lavoro, ma anche della speranza di poterlo riacquistare. Stando così le cose, è basato dunque su di una discriminazione e non una questione di tagli al personale il licenziamento di queste decine di migliaia di lavoratori, poiché chi si ritrova in possesso di un’abilitazione ha da sempre avuto la precedenza nell’assegnazione di cattedre o supplenze. La beffa risulta tanto più amara se si pensa che l’operazione avrà costi enormi che ricadranno sulle spalle di tutti i cittadini e che a questi docenti – la maggior parte dei quali opera ormai da anni nelle scuole – la possibilità di abilitarsi non è mai stata di fatto concessa. A settembre per effetto dei tagli del governo c.a. 42.000 docenti in meno opereranno nelle scuole, ma di questi ben 41.000 saranno coloro che andranno in pensione. A conti fatti, risulta dunque logico che "solo" un migliaio di docenti in tutto saranno i precari che non vedranno il rinnovo del proprio contratto di lavoro a causa dell’insufficienza di cattedre. Diciassettemila invece saranno i docenti con esperienza che subiranno il licenziamento per essere rimpiazzati da altri che seppur abilitati non hanno mai esercitato tale professione. Da sole, le loro indennità avrebbero un costo di c.a. 110 milioni di euro, ma per via degli aiuti che il governo sta predisponendo a favore di chi si ritrova in tale situazione questa cifra potrebbe lievitare fino a sorpassare la spaventosa cifra di ben mezzo miliardo di euro. La questione risulta ancora più assurda se si considera che a perdere il lavoro non sono giovani neolaureati, con alle spalle al massimo qualche breve supplenza, ma persone adulte che operano da anni spesso su cattedre annuali nelle scuole, molti dei quali con figli e famiglie alle spalle a cui dover provvedere. La maggior parte di loro si è laureata quando ancora si assumeva tramite concorso, ma per anni hanno atteso invano l’opportunità di abilitarsi; una volta adulti, sono stati proposti come unica via per l’ottenimento dell’abilitazione solo corsi universitari a pagamento e con obbligo di frequenza. Si è trattato dunque per molti di una soluzione di fatto impraticabile, poiché oltre a richiedere il versamento di una somma consistente di denaro che non tutti avrebbero potuto permettersi, li metteva nelle condizioni di non essere in grado di provvedere a se stessi ed ai loro famigliari per tutta la durata di tali corsi. Mancano pochissimi giorni all’uscita delle graduatorie definitive e poco più di qualche settimana alle nomine annuali dopodiché qualsiasi modifica o abrogazione del decreto stesso non avrebbe semplicemente senso. Chiediamo pertanto l’immediata abrogazione del DM 42/09 ed il ripristino della provincia unica in cui fare domanda di insegnamento per i docenti provenienti da qualsiasi graduatoria. Riteniamo inoltre che debbano essere istituiti al più presto da parte del governo dei percorsi abilitanti gratuiti e riservati a tutti coloro che per anni hanno operato nelle scuole, rispettosi delle loro esigenze e doveri.Certi di un sollecito intervento, porgo distinti saluti. Piacenza, lì 13 agosto 2009Gianluigi Boiardi (Insieme per un nuovo Ulivo)

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