POLLEDRI: “FIORI AI MILITARI: UN GESTO DI RINGRAZIAMENTO E BENVENUTO

Nel primo giorno dei militari a presidio della nostra città abbiamo voluto consegnare loro un mazzo di fiori. Un gesto di benvenuto e di ringraziamento per il prezioso servizio che prestano per garantire la tranquillità ai cittadini, soprattutto in quelle zone in cui la percezione di sicurezza appare ancora scarsa. Mi riferisco in particolare all’area di via Roma, via Pozzo, via Torricella, dei giardini Margherita e Merluzzo, da cui ci arrivano costanti segnalazioni. L’ultima qualche giorno fa, in una telefonata di Giovanna Ferrari, del comitato di zona che – esausta dopo gli ennesimi casi di inciviltà – chiedeva, a nome di parecchi abitanti del quartiere, un presidio fisso nel quartiere. Direi che, alla luce di come sono andate le cose, la politica ha risposto con tempi immediati.Il gesto della consegna delle rose è un atto dovuto di accoglienza. Un atto di rispetto per l’attività dei soldati ed esprime anche l’orgoglio, tutto piacentino, di avere alla testa del servizio una donna, la tenente Federica Luciani.In questa giornata invito tutti a deporre le ostilità, ad astenersi da intonare giaculatorie. I militari sono una realtà. Il Genio Pontieri ha già una sua stima e gode di massima rispettabilità. Sull’efficacia del loro esercizio basta costatare di persona, andando a vedere quanto di buono gli appartenenti alle Forze armate stanno facendo in aree particolarmente sensibili, come la stazione centrale di Milano. Per questo, per il pubblico servizio dei militari, per la loro presenza costante sul suolo cittadino, ci sarebbe piaciuto avere tra noi, oggi, a stringere la mano alle divise grigio-verdi e agli altri componenti delle pattuglie, anche il sindaco Roberto Reggi, in qualità di rappresentante della città. Immagino idealmente che sia stato con noi. Proseguiamo sulla nostra strada. Sul versante sicurezza anche questo tassello è stato sistemato. La presenza dei militari nelle nostre città non deve però distogliere lo sguardo da altri versanti.Uno su tutti: la regolarizzazione delle badanti. Leggo dai quotidiani dei giorni scorsi che i sindacati stimano in mille i clandestini "pronti ad emergere". Un esercito che si declina per lo più al femminile. Ebbene: numeri simili devono risvegliare la coscienza critica di ciascuno di noi, devono essere un campanello d’allarme. Furbi e furbetti non provino ad avanzare domande fasulle. Siamo pronti a denunciarli in procura. E alle istituzioni chiediamo massima vigilanza.Altro tema chiave è l’emergenza educativa dei giovani stranieri. Se il concetto di dovere deve essere declinato a tutti i ragazzi, appare evidente che sono soprattutto gli extracomunitari a dover essere informati adeguatamente sulle regole di casa nostra. Noi siamo pronti a collaborare. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni ha già predisposto un tavolo informale per parlare di doveri condivisi, che partirà a settembre. Ne prenderanno parte, tra gli altri, i giornalisti: Mohamed Ahmed, Carlo Panella e Souad Sbai (anche deputata Pdl). Un’operazione mai tentata prima. Quali i temi sul tavolo? Il lavoro nero, il rispetto dovuto alla donna e ai simboli della cultura ospitante. In una parola chi arriverà qui dovrà essere educato ad attenersi ai nostri precetti. Per dirla con esempi: nessuno ha il diritto di rifiutare o insultare il crocifisso nelle scuole, di violare le donne, di offendere i nostri poliziotti o di vendere merce contraffatta. Su questo il Comune deve fare molto. E lo dico al sindaco Reggi: non ci sarà centralità che tenga. Penso che l’educazione degli immigrati sia una priorità, antecedente alle concessioni di spazi pubblici per un discutibile impiego di massa, leggi Ramadan.

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