Lo stato di clandestinità di uno straniero diviene reato, il rilascio del permesso di soggiorno più complesso, si utilizzano i militari e si legalizzano le ronde. In Italia si stima, con molta prudenza, che vi siano circa un milione di extracomunitari presenti sul nostro territorio, non in regola con le leggi sull’immigrazione. Negli ultimi anni le forze di polizia hanno effettuato rintracci di immigrati clandestini per una cifra sempre superiore alle 100.000 unità; quest’ultimo dato fornisce non solo una cifra per avere idea del fenomeno immigratorio in sé ma della potenzialità, in termini di mezzi, uomini e organizzazione, nel contrasto all’elusione delle leggi preposte. A Piacenza, dalla cronaca e dalle stime fatte nei giorni scorsi, sembrano essere presenti circa 1000 badanti non in regola, escluse dal precedente meccanismo di regolarizzazione. Un quadro numerico che definisce le dimensioni di quello che sarà il lavoro che si scaricherà sugli Uffici che a vario titolo saranno coinvolti dagli effetti delle nuove norme, aggiungendosi a ciò che già contribuisce ad ingolfarne l’operatività, senza menzionare l’aumento inevitabili di processi, ricorsi, ecc. in una macchina, quella giudiziaria anche questa già sottoposta a notevoli pressioni in un quadro complessivo di scarsità di risorse. In buona sostanza questo ennesimo "pacchetto sicurezza" aumenta i carichi di lavoro sia all’interno della Polizia di Stato che nel campo di una giustizia, ambo i due sofferenti e già al collasso, ma non lascia intravedere un’inversione di tendenza in materia di seri investimenti in termini di risorse umane, di mezzi e di serie riforme, come unificare le forze di Polizia o mettere in atto cose anche più semplici come un’unica sala operativa ( 112-113) per evitare inutili sprechi e inutili duplicazioni di incarichi ed ottenere un maggiore coordinamento tra forze dell’ordine. Siamo consapevoli che in questo momento "la coperta" delle risorse è corta e proprio per questo l’unico e necessario rimedio, a nostro parere, è l’unificazione delle forze di Polizia. Anche perché, continuare a dire che i poliziotti non vengano più impiegati negli uffici amministrativi come quello Passaporti e Immigrazione, in modo che possano dare il loro contributo solo per i compiti di Polizia più in senso stretto mentre non c’è alcuna traccia, anzi si continua a renderlo impossibile, perchè non ci sono impiegati civili che possono sostituire le incombenze dei Poliziotti sia numericamente che per le funzioni e non c’è la volontà di demandate le incombenze ai comuni e alle provincie, come ben sanno i nostri governanti, che farebbero meglio ad evitare di sventolare questa cosa in modo populista offendendo pure, ribadisco che l’unica vera strada, prima o poi ci si dovrà arrivare, è l’unificazione , la smilitarizzazione, la divisione del comparto difesa da quello della sicurezza. Una sicurezza vera democratica e civile, con una polizia preparata e formata, con mezzi e uomini sufficienti. Se dunque così non si vuole o non si può fare, però, si abbia almeno rispetto e si faccia in modo che tutto – ma tutto – il personale di Polizia, lavori con serenità con le risorse messe a disposizione. . Perché, per quanto si può dire e pubblicizzare, sereno non è!! Una diversa metodologia di conduzione del personale avrebbe sicuramente effetti benefici, sia per le persone che per la qualità del lavoro. Non solo statistiche, questa dovrebbe essere la via da percorrere per avere una "VERA" sicurezza. Dal canto nostro, come SIAP, ci impegneremo affinchè emergano le vere letture di questi dati numerici, che vengono di volta in volta sbandierate come successi raggiunti, ma che tra le righe nascondono invece dati più preoccupanti che rassicuranti. Ci sono reati che seppur consumati, se non scoperti o denunciati , non incidono negativamente sulle statistiche. Ma se scoperti e incidono sulla statistica, allora i reati aumentano e la città, di conseguenza , è meno sicura. Allora bisogna invertire la lettura, bisognerebbe dire che: se i reati vengono scoperti e aumentano, la città è più sicura!!! Se la si penserà così, allora le cose, a nostro parere, potrebbero cambiare. Pertanto , detto questo e scusandomi per il gioco di parole, quando viene esternato che i reati sono in diminuzione, grazie alle strategie messe in campo da chi ne ha la responsabilità, siamo sicuri che si sta percorrendo la giusta via? Questo è il quesito a cui vogliamo dare vere risposte. Del resto, oggi in Italia, sembra che la cosa più importante non sono le indagini, il vero controllo del territorio ma le persone controllate a caso, forse perché dire che aumenta il numero di espulsioni pare porti bene alle carriere, più che scoprire traffici illeciti di sostanze stupefacenti, criminalità organizzate ecc. Sia ben chiaro, la lotta alla clandestinità deve essere fatta, ma non c’è solo quello da fare, questo vogliamo far comprendere. Va anche considerato che i veri criminali, che organizzano l’immigrazione irregolare, il traffico di droga, la criminalità organizzata, che girano per la città per studiare colpi e rapine, sono persone regolari, che non hanno bisogno di nascondersi – extracomunitari regolari , comunitari e italiani – Noi continuiamo a pensare e sostenere che per prima cosa, oltre a veri investimenti in termini di risorse umane e mezzi, c’è bisogno di organizzazione, di lavoro di gruppo, di motivazione, di serio coordinamento e soprattutto di serenità lavorativa rispettando i diritti di ogni singolo lavoratore . Ma non va dimenticato, e concludiamo, che in Italia c’è un sistema carcerario al collasso non degno di un Paese che si definisce democratico, dove se da una parte è giusto che la pena sia certa, è anche giusto che dopo averla scontata l’individuo sia una persona migliore; ma non penso sia così. Il Segretario Generale provinciale SIAPSandro Chiaravalloti