Sulla vicenda dei fondi Fas destinati al progetto Valle del Fiume Po, il presidente Massimo Trespidi e il suo vice Maurizio Parma stanno dando prova di incompetenza o di malafede. L’accusa rivoltami di aver mentito rimbalza, con tanto di prova, proprio contro Trespidi e Parma. La delibera del Cipe del 27 dicembre 2007 "ATTUAZIONE DEL QUADRO STRATEGICO NAZIONALE (QSN) 2007-2013 PROGRAMMAZIONE DEL FONDO PER LE AREE SOTTOUTILIZZATE" recita alla pagina 18 testualmente: "Ai progetti strategici speciali individuati sono assegnate le seguenti risorse:· 450 milioni di euro per la realizzazione nel Centro-Nord del "Programma straordinario nazionale per il recupero economico-produttivo di siti industriali inquinati";· 180 milioni di euro al "Progetto Valle del Fiume Po".Il testo integrale (che allego al comunicato stampa) è a disposizione su Internet nel sito del Cipe. In ogni caso, copia della delibera, nonché delle affermazioni del 6 giugno di Maurizio Parma sono state inviate a tutti i consiglieri provinciali e al presidente del consiglio provinciale Pasquali. Il giorno 6 giugno – e sorvolo sulla violazione del silenzio elettorale – Parma in una dichiarazione ai quotidiani dichiarava testualmente: "Quei 180 milioni di euro non li ha portati a Piacenza, non li ha destinati lui, non è stato lui a ottenerli, ma sono soldi destinati dal Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica (organismo nazionale e non provinciale), per il Po". Per quanto mi riguarda, fino al 6 giugno, così come per il vicepresidente Parma quei fondi c’erano e sono stati destinati dal Cipe al progetto. Ritengo del resto impossibile e privo di ogni rispetto istituzionale, che il Governo e il ministro Tremonti abbiano potuto cambiare destinazione a quei fondi senza darne opportuna comunicazione al presidente della Consulta delle Province, ai parlamentari della nostra e delle 13 Province coinvolte nel progetto e all’Autorità di Bacino. Dimostrata l’insussitenza delle dichiarazioni rilasciate ieri dal presidente Trespidi, lo stesso presidente – come già aveva promesso il 30 luglio scorso – deve occuparsi con urgenza alla destinazione dei fondi del progetto, coinvolgendo, come sempre è accaduto in questi anni di guida della Consulta, le tredici province del Po. La riunione della Consulta era in programma a luglio, ma evidentemente il presidente ha avuto altro da fare. Ora dimostrato che i fondi ci sono, sarà bene che la convochi il prima possibile per evitare che la nostra e le altre province del Po subiscano un grave danno. Gianluigi Boiardi(Insieme per un nuovo Ulivo)