Spacciatore e truffatore intinerante, piazzava tachipirina tritata e polverizzata raccontando ad incauti tossicodipendenti che si trattava di cocaina. Quando i carabinieri lo hanno pizzicato con sei pasticche di tachipirina e gli opportuni pezzi di cellophane per confezionare le dosi ha detto soddisfatto: "Queste le vendo come fossero cocaina, le trituro, il colore è lo stesso. Con cinque euro di spesa ci tiro fuori anche venti o trenta dosi di falsa cocaina che rivendo a dieci volte tanto ed è un bel guadagno". Ovviamente coloro che si pigliavano il "pacco" (la fregatura nel gergo dei drogati) si guardavano bene dall’andare a raccontarlo ai carabinieri. Lo spacciatore intinerante è un senegalese di 32 anni, domiciliato a Pavia ma di fatto senza fissa dimora e senza lavoro, con precedenti legati al mondo degli stupefacenti. Ad incastrarlo non sono state le pastiglie di tachipirnia ma quattordici dosi di hashish. I carabinieri del radiomobile lo hanno visto ieri mattina poco dopo le sei a Borgotrebbia nei pressi di una discoteca. Quando la pattuglia si è avvicinata per un normale controllo, il senegalese apparso ubriaco ha tentato di scantonare rapidamente e la sua mossa ha insospettito l’equipaggio della gazzella che lo ha fermato. L’uomo è apparso nervoso e i carabinieri sempre più insospettiti lo hanno perquisito. In tasca aveva quattordici dosi di hashish per un peso di trenta grammi circa, quello che non era riuscito a vendere nella notte. Inoltre le sei pasticche di tachipirina, un mezzo blister di questo prodotto farmaceutico insomma, il resto era stato spacciato per cocaina.Naturalmente come spacciatore truffatore il senegalese non si sarebbe mai più fatto vedere a Borgotrebbia e avrebbe cambiato intinerario per i suoi "pacchi". E’ buona regola non tornare dove si è imbrogliata la gente. In tasca aveva anche un coltellino utile per preparare le dosi di droga. Così il senegalese è stato condotto in caserma ed identificato. E’ stato accusato di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. Un accusa che gli è costata l’arresto. Così nelle prime ore del mattino mentre la gazzella dei carabinieri correva sulla tangenziale sud in direzione della casa circondariale delle Novate il senegalese per nulla preoccupato della sua sorte ha chiesto al maresciallo che lo stava scortando: "Ma mi dica com’è qui il carcere? Le celle sono confortevoli?".