In Consiglio Provinciale è diventato proibito criticare la Gelmini e le sue leggi?Non basta lo scempio che sta attraversando il sistema scolastico pubblico a causa delle nefandezze approvate dal Governo e dai suoi ministri?Il documento votato all’unanimità venerdì dal Consiglio Provinciale sui problemi della scuola è il classico esempio di un abbraccio tra moderati superficiali all’insegna del nulla.Il documento inizialmente proposto dall’opposizione proponeva elementi concreti, drammaticamente veri, e individuava precise responsabilità per i tagli che anche a Piacenza studenti, famiglie, lavoratori dovranno subire.Invece, su richiesta dell’abile assessore Paparo, tutte queste parti sono state tagliate e il testo finale parla di una generica richiesta di formazione insoddisfatta. Scompaiono magicamente i problemi delle nuove sezioni di scuola dell’infanzia negate, l’aumento delle pluriclassi, il sovraffollamento nelle aule, la scomparsa di 200 posti di lavoro nelle scuole piacentine. Questi problemi per il consiglio provinciale non esistono, vengono invece sancite formule talmente generiche da risultare inefficaci per risolvere i problemi ma utili per nascondere la polvere sotto al tappeto.Nessun giudizio sulle norme che stanno provocando guai irreversibili al sistema scolastico pubblico, non una parola sul ritiro – questo sì che sarebbe l’unico passo veramente efficace per tutelare la qualità e il diritto all’istruzione – della famigerata Legge 133, la madre di tutti i tagli sulla scuola. La legge che impone la riduzione fortissima degli organici, la chiusura delle piccole scuole, le pluriclassi nelle zone di montagne e nelle frazioni, la controriforma della scuola primaria. Legge 133 che, è bene ricordarlo, è stata votata convintamente da Lega Nord e PdL, che ora, in splendida doppiezza, tentano di scaricare sugli enti locali e sulle scuole i danni da loro provocati.E’ stata persa un’occasione per fare chiarezza. Ma d’altra parte non ci facciamo troppe illusioni sulla volontà del Pd e dell’IDV di svolgere in pieno un ruolo d’opposizione vera e concreta. Non è così a livello nazionale, con questo andazzo non lo sarà neppure a livello provinciale.Rifondazione Comunista continua la sua battaglia per salvaguardare ruolo, funzione e prospettiva della scuola pubblica: a livello regionale solleciteremo la Giunta Errani e l’assemblea legislativa affinché, a differenza del consiglio provinciale di Piacenza, sappia individuare e denunciare le responsabilità dei tagli, inchiodando il Governo e costringendolo a rivedere un’operazione che ha anche il sapore classista e anticostituzionale.A livello locale non mancheremo di sostenere tutti coloro che si muoveranno nella medesima direzione e metteremo a disposizione competenze e strumenti di intervento. Senza imbarazzo e senza inciuci. Ai lavoratori che non troveranno più posto negli organici scolastici, alle famiglie rimaste fuori dagli asili, agli studenti infilati in pluriclassi o in aule soffocanti non andremo a fare generici discorsi sulla "domanda di formazione" ma diremo loro che la causa dei loro problemi è una sola: la Legge 133, chi l’ha votata (Lega Nord e PdL), e chi non la contrasta con sufficiente incisività (PD e IDV).Roberto MontanariSegretario prov.le P.R.C.