I sei mesi del Patto tra Regione, associazioni imprenditoriali e sindacati. 276 accordi per l’industria e 5.000 per imprese artigiane, cooperative e commercio. Evitati 40.000 licenziamenti attraverso cassa integrazione e nuovi ammortizzatori. Le misure anticrisi della Regione da gennaio ad oggi. Bologna – Bilancio di sei mesi di crisi al Tavolo in Regione. La riduzione di attività produttive ha pesato e pesa significativamente in Emilia-Romagna, ma il "patto" promosso a maggio dalla Regione – e condiviso con le associazioni imprenditoriali e le organizzazioni sindacali – ha già prodotto migliaia di accordi per gestire la riduzione di attività produttiva nelle imprese (mediamente tra il 15 e il 20%) concentrata al 70% nella meccanica, con l’utilizzo della Cassa integrazione e la riduzione dell’orario di lavoro in alternativa ai licenziamenti. Interviene su più fronti il "pacchetto" delle iniziative previste dalla Regione per "attraversare la crisi", dal patto dell’8 maggio all’assestamento del bilancio 2009: risorse per il credito e il sostegno agli investimenti innovativi, formazione e piano delle politiche attive per il lavoro, esenzione dai ticket sulle visite e gli esami per i lavoratori che hanno perso il posto di lavoro o sono in cassa integrazione, aiuti alle famiglie bisognose e alle persone non autosufficienti. Il patto per attraversare la crisiCon l’intesa di maggio, la Regione e le associazioni imprenditoriali e sindacali firmatarie si sono impegnate a gestire la riduzione di attività produttive e le crisi aziendali con l’utilizzo della Cassa integrazione in alternativa ai licenziamenti. E questo avviene (oltre che nelle imprese dell’industria) anche nei settori e per i lavoratori prima esclusi con l’utilizzo degli ammortizzatori sociali "in deroga", reso possibile dal 1° gennaio 2009 dall’intesa Regioni-Governo: aziende industriali con meno di 15 dipendenti, imprese che operano nei servizi, nel commercio, nell’artigianato e nelle cooperative. Concretamente: la richiesta di ogni azienda di questi settori che intende utilizzare gli ammortizzatori in deroga viene esaminata in Regione, che concede gli interventi attraverso l’accordo con impresa, associazioni imprenditoriali che la rappresentano e sindacati. A quel punto, i lavoratori interessati usufruiscono della cassa integrazione in deroga e sono contattati dai Centri provinciali per l’impiego che hanno il compito di proporre loro un percorso formativo personalizzato o un’occupazione alternativa.Il "patto per attraversare la crisi" conta su una dotazione di 520 milioni di euro (tra risorse statali e risorse del Programma regionale Fondo Sociale Europeo) per gli interventi di sostegno al reddito (la cassa integrazione) e di formazione.Gli accordiAi Tavoli istituzionali attivati da Regione e Province con imprese e sindacati sono stati sottoscritti da gennaio ad oggi 276 accordi per le imprese industriali: praticamente per tutti i casi per i quali sono state presentate procedure per vere e proprie crisi di azienda o ristrutturazioni aziendali. Gli accordi hanno previsto tutti l’utilizzo di cassa integrazione, in alternativa ai licenziamenti, per quasi 17.000 lavoratori; mentre il ricorso alla mobilità, che ha riguardato 3.300 persone, è stato anch’esso concordato: o è volontaria o riferita ai lavoratori pensionabili. Negli altri settori il Tavolo della Regione ha già prodotto da maggio ad oggi 1.368 accordi per l’utilizzo di Cassa integrazione "in deroga" con altri 1.000 già in via di conclusione, per circa 10.000 lavoratori complessivamente interessati, che riguardano 80 imprese cooperative, 500 imprese del commercio e del turismo oltre 1.500 dell’artigianato. Per altre 2.700 imprese artigiane sono stati poi definiti in questi sei mesi gli accordi di intervento, sempre con sospensioni di attività invece che licenziamento, presso gli Enti bilaterali del settore. Complessivamente quindi si può stimare che in sei mesi sono 40.000 i licenziamenti evitati grazie a questi strumenti alternativi, che mantengono il rapporto di lavoro in attesa della ripresa o per la rioccupazione.L’utilizzo della cassa integrazione ordinariaLa gestione della crisi da gennaio ad oggi è avvenuta soprattutto con l’utilizzo di cassa integrazione ordinaria, quindi con riduzione di orario di lavoro e rotazione tra lavoratori; a conferma che sul sistema produttivo regionale ha pesato soprattutto la caduta del mercato internazionale e non una crisi di competitività delle singole imprese. Sono quasi 3.000 le imprese che hanno fatto ricorso alla cassa (circa il 10% delle imprese manifatturiere), mediamente con 1 o 2 giornate di riduzione di lavoro per lavoratore; l’Emilia-Romagna rappresenta il 5% del totale dell’utilizzo della Cassa integrazione in Italia.La formazionePer la formazione di tutti – giovani, adulti, occupati, disoccupati e fasce deboli del mercato del lavoro – la Regione ha previsto un ulteriore investimento di oltre 97 milioni. Mentre 17 milioni saranno impegnati in progetti specifici su nuove tecnologie, nuovi prodotti e nuovi mercati. Altri 5 milioni del Fondo sociale europeo saranno destinati a giovani laureati o laureandi interessati a creare imprese innovative o sviluppare progetti di ricerca; 2,8 milioni europei serviranno a finanziare assegni individuali (fino a 5 mila euro) per corsi di alta formazione.Il sostegno agli investimenti per la ripresaSono stati anche tutti già attivati i programmi regionali di sostegno agli investimenti delle imprese per il 2009: 80 milioni di contributi in conto capitale per progetti di ricerca, innovazione organizzativa ed energetica, export; 50 milioni per ridurre il costo del credito; un miliardo di disponibilità per la liquidità definito attraverso l’accordo con le banche. Interventi a cui si aggiungono anche gli impegni per gli investimenti strutturali nei prossimi tre anni per la realizzazione dei tecnopoli per la ricerca (120 milioni) e delle aree ecologicamente attrezzate (60 milioni).Dall’assestamento di bilancio 2009nuove risorse per famiglie e impreseUlteriori interventi a sostegno delle fasce deboli della popolazione, dei lavoratori colpiti dalla crisi e delle imprese arrivano dall’ assestamento del bilancio 2009, approvato nei giorni scorsi dall’Assemblea legislativa. Una manovra che pesa complessivamente (tra parte corrente e investimenti) 220 milioni di euro e che fa delle scelte precise per sostenere welfare e sistema produttivo. Esenzione dal ticket, sostegno all’affitto, diritto allo studio.Ammontano a 11 milioni di euro le risorse aggiuntive in arrivo per le famiglie bisognose e per le persone non autosufficienti: in particolare 5 milioni di euro integreranno ulteriormente le risorse del Fondo regionale per la non autosufficienza (che può già contare per il 2009 su 411 milioni di euro); mentre altri 6, in base a un’intesa con le confederazioni sindacali CGIL, CISL e UIL, verranno trasferiti ai Comuni per il sostegno al reddito dei nuclei familiari in situazione di temporanea difficoltà a causa dell’espulsione dal mondo del lavoro di uno più membri; per gli impegni di cura verso i figli delle famiglie a rischio povertà; per la prevenzione e la tutela dei minori a rischio abbandono o maltrattamentoSaranno esentati dal ticket su esami e visite (due milioni le risorse) i lavoratori che hanno perso il posto di lavoro o che si trovano in cassa integrazione dal 1° ottobre 2008, mentre le famiglie indigenti individuate dai servizi sociali dei Comuni riceveranno gratuitamente i farmaci in fascia C. Entrambi gli interventi, in vigore dal 23 luglio, hanno carattere straordinario e verranno sottoposti a verifica a fine anno, per valutarne gli effetti e una eventuale riproposizione.Ammontano a 4 milioni di euro le risorse per il sostegno al Fondo per l’affitto, mentre 3 milioni sono previsti per rafforzare gli interventi a favore del diritto allo studio. 55 milioni le risorse destinate a integrare il finanziamento del Servizio Sanitario regionale. Le imprese, la ricerca, l’internazionalizzazioneNuove risorse anti-crisi nella manovra di luglio anche per il sistema produttivo: 5 milioni di euro serviranno per sostenere ulteriormente l’internazionalizzazione delle piccole imprese e delle imprese artigiane; 7,5 milioni per rafforzare la ricerca industriale; 2 milioni andranno ai consorzi fidi agricoli per facilitare l’accesso al credito delle imprese agricole, 8 milioni per la riqualificazione delle strutture ricettive e alberghiere per offrire un sostegno a uno dei settori portanti dell’economia regionale.Il patto per attraversare la crisi: numeri, indagini e documentazione on line all’indirizzo www.pattocontrolacrisi.com