Il nostro Brasiledi Filippo ManciniRiassumere gli aspetti e le impressioni del Brasile é pressoché impossibile. Qui tutto é diferente, ma una cosa si capisce subito: perché i brasiliani in Italia sono tutti vitime della "saudade".Il nostro viaggio ci sta portando a vedere tutti gli aspetti del lavoro che svolge il Mlal qui a Rio de Janeiro. E’ passato pochissimo tempo dal nostro arrivo, ma la cittá carioca che non dorme mai ti prende e non ti lascia piú.L’aspetto piú istituzionale del nostro percorso ci ha portato a vedere tante realtá locali, ognuna con la sua storia e il suo dolore, le sue lotte e le sue conquiste. C’e la storia di "Derechos Direitos", progetto finanziato dal Mlal e portato avanti da Faze, che ha portato molti ragazzi delle favelas verso la consapevolezza, il bisogno di essere qualcosa di vero e non piú solo abitanti di una baraccopoli, ma anche liberi cittadini com diritti che prima non avevano mai avuto. Poi c’é il progetto "Trama", che lavora contro lo sfruttamento della prostituzione e la tratta degli esseri umani, aiutando le prostitute e tutte le vittime di traffici di esseri umani, bambini scomparsi o violentati, a far valere i propri diritti molt spesso negati. L´ultimo progetto visitato a Rio rigurada la ONG Ibiss, in particolare a Villa Cruzeiro nota favela a nord della cittá dove é nata una struttura di accoglienza per bambini.Connessi a questi progetti se ne sono visti altri, che coinvolgono sempre giovani e bambini, stanchi di vivere in realtá problematiche senza muovere un dito.Parlare del contesto é necessario. Rio de Janeiro é una cosa a sé, non si puó giudicare senza vedere. Non é tutto come Ipanema o Copacabana: c´é ben altro. Ci sono favelas che si estendono per chilometri, zone dove la notte nessuno passa. La polizia é violenta, quasi o peggio di molti criminali presenrti.Le favelas controllate dal narcotraffico sono le peggiori, gente armata presidia gli ingressi, facce scure e tese sempre. Il bisogno di essere accompagnati per entrare è uno degli aspetti piú cruenti, poi ci sono i racconti: racconti di morti per gli scontri com la polizia, storie di corruzione, di sfere di influenza e di privazioni.Ci sono però anche le cose belle, come la lotta al degrado, all´Hiv e a tutte le forme di brutalitá che l´uomo posa produrre, c´é tanta voglia di fare e tanti giovani, la speranza del mondo, che vogliono questo cambiamento piú di qualunque altra cosa.Il nostro gruppo sta vivendo questo paese in modo intenso, dalle cose piú semplici e strane allo stesso tempo, come i metodi di pagamento dell’autobus, o l’aglio che prevale cibi, sino alle cose piú difficili, come andare nelle favelas e in posti carichi di tensione: stiamo affrontando tutto in modo incredibile e affiatato, e ad accompagnare le nostre giornate c’è l’allegria e la felicitá che contraddistingue ogni buon brasilano.Per cui saluti a tutti da chi vi scrive, Filippo, e dal retso della truppa: Sara, Luca, Elena e Danila.Filippo Mancini