Rifondazione sui tagli alla scuola piacentina

COMUNICATO STAMPA DI RIFONDAZIONE SUI TAGLI (200 lavoratori in meno) ALLA SCUOLA PIACENTINA.Circa duecento lavoratori in meno tra docenti, tecnici, amministrativi e collaboratori; qualche centinaio di bambini esclusi dalle scuole dell’infanzia pubbliche; pluriclassi in crescita esponenziale nella montagna e nelle frazioni, classi delle superiori gonfie a dismisura di alunni; sono questi i primi dati nudi e crudi del panorama della scuola piacentina per il prossimo anno scolastico flagellata dalle norme della coppia Gelmini/Tremonti.Sembra poi chiaro che la nuova amministrazione provinciale si stia adoperando per silenziare i problemi ed evitare di mettere in discussione l’assurdo modello propinato dal Governo. Di fronte allo scempio l’assessore Paparo "scrive una lettera alla Regione"….: e non pensa minimamente di porre il problema in termini politici e di rivendicare i diritti delle famiglie, degli studenti, dei lavoratori della scuola piacentini.Il risultato è che nel riparto regionale dei tagli già pesanti proposti dal governo la scuola piacentina viene ulteriormente penalizzata risultando quella con la percentuale maggiore di perdita di posti.E un altro risultato è che alcuni comuni, pur di rispondere in qualche modo alle pressioni delle famiglie, hanno già abbandonato (dietro suggerimento?) la ricerca di nuove sezioni pubbliche di scuole dell’infanzia per affidarsi alle pronte mani dei soggetti privati.Qual’è stata la posizione sostenuta dalla Provincia di Piacenza nella Conferenza Regionale che ha discusso dei tagli agli organici? Perchè la comunità scolastica piacentina non viene informata e mobilitata anche attraverso gli organismi esistenti come la Conferenza Provinciale di Coordinamento?Duecento lavoratori in meno nella scuola solo a Piacenza (saranno decine di migliaia a livello nazionale) è come se chiudessero due importanti fabbriche, con l’aggiunta che questi lavoratori sono privi di ammortizzatori sociali.La situazione non è nè sostenibile nè difendibile: bisogna scegliere da che parte stare, e scegliere di stare dalla parte del Governo significa avallare la perdita di questi posti di lavoro e compiacersi delle cattive condizioni di studio in cui saranno collocati tanti ragazzi.Rifondazione Comunista sta dall’altra parte e sostiene la giusta battaglia portata avanti dal sindacato. E gli Enti Locali? E le altre forze politiche? da che parte stanno?

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