E proprio dal fiume Po giunge l’altolà alla proposta CalderoliI Consorzi di Bonifica emiliano lombardi, riuniti all’assemblea Anbi, spiegano il perché dell’attualità delle loro funzioni. Garantita la sicurezza con oltre 100 comuni con una rete di canali lunga sino agli Stati Uniti. E Tiberio Rabboni: il ministro ha memoria corta, la nostra Regione confermerà il ruolo dei consorziCOMUNICATO (18 luglio 2009) – Giunge dai Consorzi di Bonifica di Lombardia ed Emilia, accumunate del grande fiume, il Po, la replica alla ventilata ipotesi di soppressione dei Consorzi di Bonifica, così come trapelata sulla stampa per voce del ministro Roberto Calderoli. Da Roma, dalla 35° assemblea dell’Associazione nazionale bonifiche e miglioramenti fondiari, ed del tutto unanime il ‘va pensiero’ di Fausto Zermani (presidente del Consorzio di Bonifica Bacini Tidone Trebbia), Paolo Conforti (Parmense), Emilio Bertolini (Bentivoglio Enza), Marino Zani (Parmigiana Moglia Secchia), Ada Giorgi (Terre dei Gonzaga in Destra Po)."L’attualità dei Consorzi di Bonifica – spiegano i presidenti – l’abbiamo dimostrata in questo lungo inverno nel quale abbiamo scolato in Po, forzosamente e con i nostri impianti idrovori di sollevamento, centinaia di milioni di metri cubi d’acqua senza i quali, capoluoghi, città, e oltre 100 comuni come Piacenza, Colorno, Gualtieri, Sermide, Carpi… sarebbero finiti sott’acqua. Lo dimostriamo ogni giorno con i progetti messi in campo e le ordinarie manutenzioni ai nostri canali che, messi in fila, congiungerebbero l’Italia agli Stati Uniti"."E’ ora di dire basta – aggiungono Carlo Anselmi ed Emilio Bertolini, presidenti di Urbim ed Urber, le associazioni regionali che riuniscono i consorzi di bonifica in Lombardia ed Emilia Romagna – alla continua strumentalizzazione del nostro operato che, per altro, in Italia si dimostra ai vertici per professionalità e attività".Siete infallibili?"No, siamo invece aperti a migliorare la nostra operatività, a ridurre i costi laddove possibile, operando – come in Emilia Romagna – un riordino così come richiesto dalla Regione. Questo significa meno consorzi, potenziamento delle funzioni e maggiori economie di scala nel medio periodo"."Il ministro Calderoli – spiega Tiberio Rabboni, assessore all’agricoltura dell’Emilia Romagna, sceso a Roma per valutare da vicino questo delicato momento – ha dimenticato che il governo di cui è competente nel settembre 2008 ha sottoscritto il riordino dei Consorzi di Bonifica, nella Conferenza Stato Regioni, confermando quindi la loro utilità e funzione. Ora, a distanza di pochi mesi, li considera ‘dannosi’ e li vuole abolire. Se perseguirà nella sua proposta, posso solo dire che la Regione Emilia-Romagna confermerà la sua fiducia nei Consorzi di Bonifica, assicurandone il funzionamento. Se cessasse la loro attività, la nostra regione tornerebbe quella di qualche secolo fa, con paludi invernali intervallate a vaste distese aride laddove oggi abbiamo produzioni d’eccellenza, dal piacentino al mare, e insediamenti abitativi e produttivi a perenne rischio di allagamento".E Massimo Gargano, presidente dell’Associazione nazionale bonifiche e miglioramenti fondiari (Anbi): "Qualcuno ci giudica dannosi perché i confini delle nostre funzioni non rispondono a logiche burocratico-amministrative, ma a quelle della morfologia del suolo, ponendo al centro dell’azione il distretto idrografico, come previsto dalle direttive europee… perché, da soli, combattiamo il rischio idraulico, gestendo una rete di quasi 200.000 chilometri di canali, che qualcuno vorrebbe oggi provincializzare… perché siamo un organo di autogoverno del territorio, gestito dai consorziati e non da un ente pubblico… perché siamo efficaci e ben gestiti, tranne laddove persistono gestioni commissariali e quindi politiche… perché denunciamo come la soppressione dei Consorzi di bonifica, ipotizzata dalla prevista riforma delle autonomie, porterebbe ad un aumento della fiscalità generale e non ad una sua diminuzione, calando invece l’efficacia del servizio… In un Paese, in cui il 68.8% dei comuni è classificato ad alto rischio di frane ed alluvioni… alla politica chiediamo di avere rispetto per le nostre funzioni. E di assumere la straordinaria modernità dei Consorzi di bonifica, espressione di autogoverno, impegnata quotidianamente a garantire sicurezza idraulica al territorio, con compatibilità ambientali, e ad assicurare disponibilità d’acqua per le coltivazioni, tutelando così anche la salubrità alimentare, e gli usi plurimi".