Coldiretti: nuova filiera agricola tutta italiana.

"Ci presentiamo con l’autorevolezza dei numeri e della rappresentatività, nella convinzione che il ruolo della nostra organizzazione non si limiti al solo settore economico, ma assuma anche una profonda rilevanza sociale, in considerazione della nostra capillare presenza sul territorio, al servizio quindi, non solo degli imprenditori agricoli, ma di tutta quanta la popolazione". In questo modo il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi (presenti funzionari, rappresentati di organizzazioni di prodotto e cooperative), ha evidenziato i nuovi e diversificati compiti assunti dall’associazione professionale nell’ambito di un vasto e propositivo progetto strategico sintetizzato in quella che è divenuta una vera e propria "parola d’ordine", ovvero "una filiera agricola tutta italiana". Coldiretti, proprio nella convinzione del suo cammino di crescita all’interno della società civile, sta incontrando già da tempo i rappresentanti istituzionali locali proprio per costruire insieme sinergie operative per favorire "il buon governo del territorio". Ieri è stata la volta, presso la sala riunioni della Federazione, dell’Inps di Piacenza rappresentata dal direttore provinciale Franco Artese accompagnato da alcuni funzionari dell’ente."Siamo un mondo, ha ribadito Bisi, che va rispettato: alla base del nostro operato c’è infatti un’etica produttiva che ci contraddistingue perché tutela l’ambiente e ci fa essere, nonostante le difficoltà, presenti su tutto il territorio, un’articolazione omogenea che, anche con Epaca (il patronato previdenziale), si snoda in tutta la provincia. Queste peculiarità dovrebbero essere una vera e propria leva commerciale perché, ha rimarcato Bisi, la nostra efficienza produttiva (il maggior valore aggiunto per ettaro in Europa), garantisce prodotti sicuri, di qualità, che devono fare i conti con una contraffazione mondiale che supera di 5 volte la reale produzione che è la prima al mondo, tra l’altro, per Dop ed Igp, ma dalla quale i produttori ricavano solo il 17 per cento del reale valore, mentre la G.D ne assorbe il 60.Ecco dunque la semplicità, la chiarezza, la trasparenza e l’immediatezza del nostro progetto: realizzare un reale valore aggiunto produttivo per la difesa di tutta la filiera: dal "campo alla tavola". Abbiamo creato noi la voglia di consumo italiano e questa "rivoluzione culturale", questa aspettativa nel nostro progetto, ha come suoi pilastri le imprese agricole, le vere cooperative di produttori, il sistema dei Cap ed i mercati di "Campagna amica": sono la base portante del nostro progetto, catena di distribuzione e piattaforma logistica delle produzioni".Dopo Bisi, Milena Galli direttore Epaca, ha evidenziato l’importanza dei servizi erogati da Coldiretti attraverso il patronato, "una duttilità operativa, ha detto, che si è prontamente adattata ai mutamenti delle dinamiche sociali, ovvero non solo i tradizionali rapporti con gli imprenditori per tutti i loro bisogni, ma anche alle famiglie in genere ed ai sempre più numerosi lavoratori extracomunitari della cui opera si avvalgono sempre di più le nostre aziende, tanto che oggi Epaca è uno dei maggiori patronati in Italia ed a Piacenza con i suoi servizi alla persona". Ed ha quindi enucleato i punti di forza e gli obiettivi, incentrati nel voler offrire un servizio a 360° alle imprese, alle realtà economiche ed a tutti i cittadini, sfruttando il circuito virtuoso interno a Coldiretti, "una organizzazione, ha riconosciuto il direttore provinciale Inps Franco Artese, che esprime valori in cui mi riconosco, anche per la mia origine contadina, che ha fatto della piccola proprietà una garanzia della democrazia".Noi, ha ricordato Artese, svolgiamo un servizio a favore di tutta la collettività, e le aziende (  "azioniste" dell’Istituto),  sono una espressione delle forze sociali nel Comitato. Per questo, ha sottolineato, dobbiamo imparare a conoscerci, parlare in maniera franca e diretta, interagire, collaborare, snellire sempre di più gli iter burocratici, relazionarci sempre meglio con il territorio, le categorie sociali, il mondo del lavoro, tutti attorno ad un sistema di Previdenza Sociale che in tempi così difficili va difeso e tutelato".Il modello Coldiretti, ha riconosciuto Artese è molto valido proprio per questa sua capillarità; ha poi evidenziato le difficoltà logistiche legate all’attuale sede di Piazza Cavalli ed ha annunciato il progetto di apertura di sportelli periferici ( iniziando, probabilmente a settembre, dal Peep) per essere vicini realmente ai cittadini ed ai loro bisogni sul territorio; "conoscersi, ha concluso, significa mutuare modelli organizzativi efficienti".

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