In consiglio regionale le modifiche delle norme urbanistiche regionali

Legge "Governo e riqualificazione solidale del territorio" (modifica norme urbanistiche regionali)Creazione di un "demanio comunale" per abbattere i costi dei terreni e favorire l’edilizia residenziale pubblica; più partecipazione dei cittadini alle scelte di riqualificazione urbana; semplificazione delle procedure e riduzione dei tempi per quanto riguarda le opere pubbliche. E ancora, maggiore cooperazione tra la Regione ed gli Enti locali per promuovere l’attività di pianificazione urbanistica insieme a una maggiore attenzione alla tutela del paesaggio. Sono queste alcune delle novità introdotte dalla proposta di legge "Governo e riqualificazione solidale del territorio". Inoltre la Regione Emilia-Romagna ha inserito all’interno di un più ampio processo di revisione delle proprie norme urbanistiche il recepimento dell’ "Intesa tra Stato, Regioni e gli Enti locali, per individuare misure che contrastino la crisi economica mediante il riavvio dell’attività edilizia" (1 aprile 2009). Su questa parte sono state previste norme acceleratorie dei processi edilizi, tenendo conto del sistema delle regole e dei processi di pianificazione che sono una ricchezza e un valore della nostra regione. Inoltre sono previste misure straordinarie di rilancio dell’edilizia in un più ampio processo di riforma del sistema del governo del territorio.Si è introdotto a regime, e dunque sia per i diciotto mesi di validità dell’intervento straordinario sia per gli anni successivi, un sistema che favorisca lo sviluppo delle attività produttive già insediate nel nostro territorio, qualora vogliano investire per ampliarsi e ristrutturare le proprie produzioni, introducendo una procedura accelerata di variante agli strumenti urbanistici, rispettosa dei ruoli istituzionali delle amministrazioni coinvolte e coerente con gli obiettivi di sostenibilità ambientale delle trasformazioni del territorio.Il testo, che raccorda e armonizza le norme contenute in due precedenti leggi regionali, si propone essenzialmente tre obiettivi: promuovere una maggiore solidarietà sociale, favorendo la realizzazione di abitazioni per categorie svantaggiate; tutelare l’ambiente e il paesaggio; semplificare norme e adempimenti. La modifica riguarda le leggi regionali n. 19 del 1998 e n. 20 del 2000, rivedendo il sistema della tutela e governo del territorio, per migliorarlo, semplificarlo e integrarlo alla luce dell’esperienza applicativa dell’ultimo decennio, per metterlo a disposizione, nel suo insieme, del rilancio dello sviluppo della nostra comunità regionale. Si tratta di un proposta legislativa "unificante" che ridisegna e raccorda norme che sono state realizzate in stagioni diverse e quindi talvolta non in grado di dialogare armonicamente tra loro. Il testo promuove la riqualificazione del territorio con un’attenzione particolare alla solidarietà e alle persone con più difficoltà a risolvere il problema abitativo. Ogni intervento previsto nei "programmi di riqualificazione urbana" infatti dovrà garantire una quota di edilizia residenziale sociale non inferiore al 20%, per giovani coppie, studenti, portatori di handicap, cittadini stranieri. Inoltre per abbattere i costi delle abitazioni (rappresentati per il 45% dal costo delle aree e delle urbanizzazioni), verranno istituiti demani comunali di aree edificabili per edilizia sociale. A questo scopo sono previste specifiche risorse regionali in favore dei Comuni. Sul fronte della semplificazione delle procedure, novità sono in arrivo in particolare per quanto riguarda le opere pubbliche. Per realizzare una strada, ad esempio, si unifica in un solo passaggio quanto prima era frazionato in tre-quattro procedure distinte (localizzazione, progettazione, valutazione ambientale e avvio dei lavori) mettendo quindi insieme tutti i momenti che vanno dal progetto preliminare fino al cantiere, compreso l’esproprio quando necessario. Specifiche norme riguardano ancora la pianificazione urbanistica comunale. L’obiettivo è favorire l’adozione dei Piani strutturali comunali, superando l’attuale ritardo che riguarda i piccoli Comuni con meno di 5 mila abitanti e le forme associate. Questi enti potranno, infatti, attribuire funzione di Piano strutturale comunale (il Psc) al Piano territoriale provinciale (Ptcp) con specifici incentivi finanziari da parte della Regione. Diventa, invece, obbligatorio l’"Accordo di pianificazione" tra tutti gli enti interessati dalle scelte di piano con la possibilità di riconoscere un ruolo di "conciliazione" alla Regione in caso di controversie. Si consolida anche il ruolo strategico del PTR, il quale assume univoca natura di piano di indirizzo circa gli scenari e obiettivi strategici di sviluppo della società regionale nel suo complesso, perdendo la possibilità di disporre prescrizioni di carattere territoriale. Di conseguenza, è rivisto il modulo procedimentale di formazione e approvazione del piano, differenziandolo e semplificandolo notevolmente rispetto agli strumenti generali a valenza territoriale della Provincia e del Comune, il PTCP e il PSC. 

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