Tre ricerche della Facoltà di Agraria di Piacenza pubblicate su Science

Una moderna Arca di Noè per preservare la biodiversità degli animali domestici. Si potrebbe utilizzare questa immagine per spiegare una delle prospettive offerte dallo studio condotto dall’Istituto di Zootecnica della Facoltà di Agraria della Cattolica di Piacenza sul DNA delle razze bovine e ovine e pubblicato dalla rivista "Science" (insieme a Nature la rivista top al mondo nel settore delle scienze) con tre articoli in uscita contemporanea venerdì 24 aprile.I lavori, condotti in collaborazione con grandi consorzi internazionali, vedono come co-autori il professor Paolo Ajmone Marsan, docente di miglioramento genetico e biotecnologie animali, il ricercatore Riccardo Negrini e il dottore di ricerca Raffaele Mazza. «Al centro delle ricerche abbiamo posto lo studio del genoma di bovini e pecore.» spiega il professor Ajmone Marsan «Nel DNA, infatti, è contenuta la storia evolutiva degli animali, ma l’informazione genetica va decodificata attraverso un attento lavoro di analisi che, con l’impiego di strumenti molecolari e bioinformatici, porti i ricercatori a identificare la diversità genetica, ovvero la diversità accumulata durante l’evoluzione di una specie e la diversità selezionata dall’uomo. Fondendo le due dimensioni si riesce a stimare la biodiversità, sia per conservarla secondo criteri oggettivi sia per sfruttarla per migliorare le caratteristiche degli animali». I tre lavori, attraverso un’operazione di decifrazione dei "geroglifici" del DNA, si occupano di ricostruire la domesticazione della pecora attraverso lo studio delle inserzioni nel DNA di un retrovirus, di effettuare il sequenziamento dei più di 3 miliardi di nucleotidi del genoma bovino e di ripercorrere la storia evolutiva dei bovini attraverso l’analisi del genoma delle razze moderne.Questo evento dimostra l’elevata internazionalizzazione e l’altissimo livello della ricerca svolta presso la Facoltà di Agraria, che tra le altre cose ha recentemente vinto cinque bandi per progetti finanziati dall’Unione Europea nel Settimo Programma Quadro e che da due anni è al primo posto in Italia tra le Facoltà di Agraria nella speciale classifica del Censis.

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