La copertura della piscina esterna del Polisportivo presenta parecchi nodi critici. E per questo l’assessore allo sport Paolo Dosi non la considera un’ipotesi praticabile. La presentazione pubblica dello studio di fattibilità firmato da OtpGea Onlus e da altri partner tecnici (Arcobaleno, Kloben Solar Evolution e Gemini Project) non si può dire che – almeno a livello istituzionale – abbia incontrato favori. A cominciare dal parere del rappresentante dell’amministrazione comunale che all’auditorium dell’Unione Commerciante ha fatto notare senza mezzi termini che coprire – anche se con una struttura movibile – la vasca già esistente al Franzanti presenterebbe problemi di gestione, non colmerebbe le aumentate esigenze di specchi d’acqua manifestate dal popolo degli sportivi piacentini negli ultimi anni e, non da ultimo, farebbe risparmiare solo in parte. Eh sì perché, considerando le alte tecnologie in campo, le demolizioni necessarie e le opere edili, il costo della realizzazione si aggirerebbe attorno ai 3milioni e mezzo di euro. E non è tutto. Perché allo stato attuale la destinazione d’uso della piscina è prevalentemente ludica, mentre la Raffalda, piscina che si intende dismettere, è per lo più utilizzata dall’agonistica. E qui si pone il problema di conciliare le tariffe agevolate nei confronti delle società sportive e delle fasce cosiddette sensibili dei fruitori, che l’ente pubblico deve garantire, con il sacrosanto ritorno economico che il gestore deve ottenere e che arriva in buona parte dagli ingressi estivi. Tanto più che, trattandosi di nuove strutture, bisognerebbe ridiscutere il contratto con l’attuale soggetto gestore, la società Futura, arrivando a una nuova gara d’appalto. Non è difficile pensare quindi come anche dalle stessa Futura, che ha in mano un contratto che scade nel 2016, siano emerse grandi perplessità.