Dopo quasi quattro mesi di custodia cautelare in carcere ha deciso nei giorni scorsi di parlare con il pubblico ministero anche C.R., la guardia giurata piacentina di 43 anni accusata con un collega di aver rubato sei chili di droga e 138 preziosi dall’ufficio corpi di reato del tribunale di Lodi, tra l’agosto e il novembre dello scorso anno, mentre prestavano servizio presso il palazzo di giustizia. Dichiarazioni ampie, ma coperte dal segreto istruttorio, cui risulta sia seguita una perquisizione a casa di N.C., il collega 24enne di Bettola (Piacenza) che invece aveva subito collaborato con gli investigatori e che per questo aveva già beneficiato degli arresti domiciliari dal mese scorso. A condurre l’inchiesta, affidata alla squadra mobile della questura di Lodi, il sostituto procuratore lodigiano Daria Monsurrò. L’ufficio corpi di reato del tribunale è la potenziale parte offesa, con possibilità di costituzione di parte civile se si arriverà (come appare probabile) all’udienza preliminare, e in carcere per questa vicenda era finito all’inizio dell’anno anche un giovane barista di Sanguinaro di Noceto (Parma), D.M., accusato di detenzione di stupefacenti a fini di spaccio: tra il suo bar e la sua abitazione era stata recuperata droga che l’accusa ritiene provenisse proprio dal tribunale di Lodi.