Alla Caorsana la moschea di Piacenza, il Comune: non siamo stati informati;

Moschea o presunta tale alla Caorsana, al civico 43 l’amministrazione comunale dice di essere stata colta di sorpresa. "Si è partiti con il piede sbagliato" afferma l’assessore alla coesione sociale Giovanna Palladini, che spiega di aver saputo solo ieri sera, via fax, dell’odierno avvio nella nuova sede delle attività del Circolo Culturale Islamico. E così è avvenuto: oggi decine e decine di musulmani si sono trovati, pare per la preghiera del venerdì nello stabile alla Caorsana, dove domenica dovrebbe avvenire l’inaugurazione ufficiale. Subito Palazzo Mercanti ha fatto partire le verifiche, perchè al Comune il capannone che verrebbe adibito anche a luogo di culto risulta ancora essere destinato a laboratorio produttivo. La polizia municipale sta monitorando la situazione. Un evento che ha fatto levare malumori nelle fila del centrodestra. In redazione è già arrivato un lungo comunicato dell’on Polledri, che esprime le sue perplessità (che pubblichiamo di seguito).  Sempre sul versante leghista, si dice preoccupato e allibito per quella che definisce un’inaugurazione lampo Thomas Pagani coordinatore dei Giovani Padani Piacenza, che annuncia a Radio Sound una manifestazione per protestare contro i tempi e i modi dell’apertura della moschea. Di seguito l’intervento di Polledri:"Apprendo solo oggi, con estremo stupore, l’apertura di una Moschea sulla strada Caorsana –  nei pressi del centro commerciale Comet – in assenza di una qualsivoglia comunicazione e informazione da parte dell’amministrazione Comunale e Provinciale", evidenzia l’On. Polledri."Sicuramente è difficile garantire il corretto equilibrio tra l’esercizio della libertà religiosa, costituzionalmente garantita, e il rispetto dei nostri principi costituzionali e di civiltà" prosegue l’esponente della Lega Nord "purtroppo, però, i dati forniti dal Ministero dell’Interno, e le recenti indagini anche nella nostra regione, dimostrano che  le mosche riflettono al proprio interno l’articolata – e talora contraddittoria – realtà del panorama islamico, infatti troppo spesso si individuano forti connessioni tra i soggetti che frequentano il luogo di culto e sostenitori del radicalismo islamico" evidenzia il parlamentare del carroccio."Peraltro, non risulta nessun documento in cui i rappresentanti della moschea aderiscono a documenti ufficiali del Ministero volti al rispetto delle leggi italiane e di verifica circa la provenienza dei fondi a loro disposizione" sottolinea ancora l’on. Polledri, "e in tal senso sollecito le amministrazioni locali a verificare ogni autorizzazione, nonché opportunità, di aprire una moschea in un territorio che ha visto, in questi ultimi anni,  le forze dell’ordine impegnate attivamente contro il terrorismo internazionale. Ricordo, infatti, le indagini del 2005 all’indomani degli attentati di Londra che  hanno rivelato l’esistenza in Italia di una struttura dedita al reclutamento, all’indottrinamento e all’addestramento dei propri adepti, militanti jihadisti, destinati a raggiungere luoghi di conflitto, quali l’Iraq e l’Afghanistan, per compiere atti di terrorismo. Tant’è che la mattina del 9 agosto la DIGOS di Bologna, in collaborazione con il Commissariato di Polizia di Imola e con la DIGOS di Ravenna, ha dato esecuzione a 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere e a 23 perquisizioni domiciliari, delegate dalla Procura della Repubblica del capoluogo emiliano". L’on. Polledri conclude evidenziando che "la costruzione di una moschea è legata anche alla reciprocità, circostanza che non mi sembra rispettata nei paesi islamici". 

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