«Invece di essere solo censori e pregiudizialmente contro, a volte bisognerebbe essere anche propositivi».Replica così l’assessore alla Riualificazione urbana Sabrina Freda alle autorevoli voci che in questi giorni si sono levate contro il progetto del Comune di portare in piazzetta Plebiscito l’Info point di Enìa e i bagni pubblici per disabili aperti 24 ore su 24: lunedì il parere negativo della commissione Qualità presieduta dall’architetto Paolo Dallanoce; ieri la presa di posizione della sezione piacentina di Italia Nostra che, in un comunicato firmato dal presidente Francesco Valenzano, ha salutato «con viva soddisfazione» il giudizio espresso dai commissari ribadendo al contempo, la necessità di «un corretto intervento conservativo, con adeguate misure per una migliore efficienza funzionale, ispirato alla salvaguardia della identità del luogo ed al rispetto dei suoi autentici valori culturali».Nel comunicato stampa di Italia Nostra, indirizzato anche al sindaco e all’assessore Sabrina Freda, Valenzano ricorda, quasi fosse una "ramanzina", i dettami del Codice dei beni culturali e del paesaggio che impone al Comune, «oltre agli obblighi conservativi, precise misure di conservazione».Non piace assolutamente la volontà del Comune di introdurre «una struttura di circa 20 metri di lunghezza, 4-5 di larghezza e 4 di altezza nel contesto dei Chiostri, luogo mertitevole di adeguata tutela e caro alla memoria»; così Valenzano e la sua associaizone si augurano che il parere dei commissari, pur se consultivo, «possa scongiurare l’installazione di una ingombrante incongrua superfetazione moderna, ancorché studiata nel dettaglio». «Il problema fondamentale di piazzetta Plebiscito, come del resto di tutte le piazze e vie pubbliche di interesse artistico storico della città (piazzale Torino, piazza Sant’Antonino, via Roma, via Scalabrini ecc.) è che non si tratta di una piazzetta generica, bensì di un bene culturale ai sensi dell’articolo 10, comma 4, del Codice dei beni culturali e del paesaggio, e come tale sottoposto alle norme di tutela, in particolare la verifica di interesse culturale della piazzetta, quale adempimento preliminare a qualsiasi proposta di intervento nel suo contesto».Incassati i due "colpi", però, la Freda non accenna a barcollare. Fa capire che si è ancora in fase di studio, che non è il momento dei "dietrofront" e, soprattutto, che non gradisce troppo le sentenze non accompagnate da uno spirito propositivo.«Al di là dei pareri e delle posizioni espresse, che comunque rimangono sempre di carattere consultivo – dice – rimaniamo fermamente convinti che Piazzetta Plebiscito debba ospitare una funzione in modo che si riattivi un processo di frequentazione necessaria del luogo. E’ un tema che va affrontato e che riguada non solo il Comune o l’assessorato, ma tutta la città». E ora? «Andremo avanti sicuramente con la riqualificazione. Quanto all’Info point di Enìa, valuteremo se ci sarà la possibilità di rivedere il progetto, approfondiremo. Certo è che lì una funzione ci vuole e l’Info point era un’occasione».