Francesconi: Parco del Trebbia senza vantaggi per la gente

Un milione e ottocentomila euro: tale, per Francesconi (PdL) è "Il prezzo della libertà". Libertà che, a suo dire, perderanno i cittadini ed il territorio del basso Trebbia, "Costretti a sottostare alle regole ed ai vincoli che la creazione del Parco comporterà". L’idea, la cui presentazione è avvenuta ieri in Provincia da parte dell’Assessore Regionale all’Ambiente Lino Zanichelli e dal suo omologo piacentino Alberto Borghi, "potrebbe sembrare apparentemente buona – spiega Francesconi – ma a ben guardare rischia di essere non un’opportunità, bensì una limitazione alla crescita del territorio". "A farne le spese non saranno solo le imprese che non potranno più svilupparsi ma anche i privati che dovranno sostenere  ingenti spese per compiere azioni semplici, quali interventi edilizi sulla casa, oppure svolgere alcune attività come la caccia. A farne le spese saranno comunque soprattutto gli agricoltori che dovranno fronteggiare nuovi impegni burocratici e far fronte alla giungla di divieti per quanto riguarda la concimazione, lo spandimento di liquami, gli sfalci, la tenuta degli spazi incolti, ecc. Per non parlare della mole di studi pareri che serviranno per fare qualsiasi cosa, anche la più semplice come, ad esempio, tagliare la legna. Vi è, poi, la questione dei costi: gran parte delle ingenti risorse stanziate da Regione Provincia andranno per mantenere l’Ente Parco e per  i costi del suo mantenimento per costruire sedi, pagare stipendi e gettoni di presenza agli Amministratori ed al Presidente. Meglio sarebbe stato investire questo denaro per favorire l’agricoltura piacentina." "Se lo spot elettorale, con tanto di promessa di risorse, sembra essere ben riuscito, mi auguro che i Comuni dell’alta Val Trebbia abbiano il coraggio, come Travo, di opporsi all’allargamento del Parco, mentre le Amministrazioni della bassa Valle e quella Provinciale che usciranno dalle elezioni del prossimo giugno sospendano il progetto guardano all’interesse comune del territorio e della gente. L’ideale – conclude Francesconi – sarebbe quindi sospendere tutto e riparlane dopo il 7 giugno."

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