Lodigiano, un arresto e una morte presunta

I carabinieri della stazione di Sant’Angelo Lodigiano da giorni stavano seguendo notizie informative che indicavano una probabile attività di spaccio dall’interno di un’auto tra i comuni di Sant’Angelo Lodigiano e Graffignana, ad opera di un’individuo di origine nordafricana. Appostamenti e controlli e l’altra sera, in via Roma a Graffignana è stato bloccato A.T., 24 enne di nazionalità marocchina, in Italia senza fissa dimora. A suo carico risultavano precedenti penali specifici. I militari, così, hanno proceduto alla perquisizione personale e veicolare che hanno però dato esito negativo. In seguito, la perquisizione veniva estesa anche all’abitazione del nordafricano, a Graffignana. E’ qui che sono stati trovati all’interno di una cassa dello stereo nel soggiorno dell’appartamento 46 involucri contenenti complessivamente 18 grammi di cocaina e 8 grammi di una sostanza da taglio. Tutto è stato sottoposto a sequestro. L’uomo è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Morte presunta: l’ha dichiarata il tribunale di Lodi per Antonio Pase, l’uomo di Lodi, ma originario di Venezia, del quale si persero le tracce il 18 dicembre 1998. L’uomo, al momento della scomparsa si trovava per lavoro in Congo, a Brazzaville quando, insieme al 50enne veneto Giuseppe Lister, sarebbe stato coinvolto in una sparatoria tra miliziani. Allora arrivò la testimonianza di un uomo, Patrick Ngot che giurò all’Ambasciata italiana di aver riconosciuto la salma del lodigiano, che conosceva per motivi di lavoro, in una strada di Brazzaville. Ma per la legge italiana, si sa, questo non basta. La moglie Seham Rizk Pase, di origini egiziane, e i figli Sara e Aldo lanciarono subito diversi appelli anche tramite tv. Ma nulla fece ritrovare l’uomo. Cinque anni fa il tribunale di Lodi ne aveva dichiarato la scomparsa. Ora il passo definitivo.

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