Erano presenti anche il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi ed il direttore Giovanni Roncalli all’incontro che si è svolto nei giorni scorsi, a Roma, presso la sede dell’Organizzazione, per illustrare il "Progetto agroalimentare per battere la crisi", riunione alla quale ha partecipato anche il Ministro delle politiche agricole Luca Zaia.Nel presentare il documento, che aveva ad oggetto due grandi temi, trasparenza e competivita’, riferisce Bisi, il presidente Marini ha sottolineato che nel 2008 l’aumento dei prezzi per i prodotti alimentari è stato in media del 5,4 per cento superiore al 3,3 per cento dell’inflazione generale con un differenziale del 2,1 per cento che tende ad allargarsi nel 2009 (nonostante il forte calo dei prezzi dei prodotti agricoli). Gli italiani hanno speso 205 miliardi in alimenti e bevande, che rappresentano ben il 19 per cento della spesa familiare ed è quindi necessario – ha precisato Marini – interrompere un trend che impoverisce cittadini e imprese agricole, in un momento difficile. L’obiettivo è quello di ridurre la forbice dei prezzi tra produzione e consumo per recuperare valore per le imprese e per i cittadini. Qui non c’entra né la crisi mondiale né altro, si tratta semplicemente di una prolungata rapina che – ha affermato Marini – dobbiamo fermare con il nostro progetto per una filiera tutta agricola, tutta italiana e firmata dagli agricoltori che presenteremo prossimamente in una convention nazionale. I prodotti alimentari – ha sostenuto Marini – continuano ad essere acquistati e ben pagati dai consumatori italiani e stranieri, (nel 2008 le esportazioni dell’agroalimentare italiano hanno segnato un + 10 per cento, e a differenza di altri settori sono gli unici che hanno retto). Il vero problema, continua Bisi, è quindi quello della distribuzione del valore lungo la filiera che colpisce i consumatori e gli imprenditori agricoli che rischiano di pagare costi aggiuntivi se non verranno superate alcune emergenze: dai finanziamenti per il fondo di solidarietà alla defiscalizzazione degli oneri sociali, ma anche l’estensione dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti come previsto dal disegno di legge approvato dall’ultimo Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro Zaia. Naturalmente, ha sottolineato Bisi, si è parlato anche, del decreto quote latte e degli emendamenti presentati dalla Coldiretti ed approvati dalla Commissione Agricoltura del Senato, tra cui un primo finanziamento del fondo per la ristrutturazione del settore in favore dei produttori che nel corso degli anni hanno acquistato quote, un migliore posizionamento degli affittuari nella priorità delle attribuzioni di nuove quote, l’eliminazione del 5 per cento quale soglia per l’assegnazione e l’estensione tra i beneficiari anche delle aziende ubicate in zone di montagna. Inoltre, sono state approvate ulteriori norme a garanzia del pagamento della prima rata.Ma il comparto, ricorda il direttore Giovanni Roncalli, non si sostiene tanto con i decreti che sono certo importanti, quanto, come ha ricordato il presidente Marini, solo se avremo una etichetta chiara nel latte a lunga conservazione e nei formaggi per distinguere ciò che è italiano da ciò che è sfacciatamente spacciato come italiano. Una necessità che, ribadisce Roncalli, va accompagnata da norme e controlli per azzerare il commercio di latte in nero e latte irregolare che genera concorrenza sleale.Ben venga quindi un provvedimento serio, ha concluso Roncalli, che risolva una volta per tutte la questione; altrimenti a pagare continueranno comunque ad essere sempre gli onesti e con questo spirito stiamo oggi lavorando sul provvedimento. Gli emendamenti approvati in commissione agricoltura del senato hanno accolto l’80% delle richieste che le varie rappresentanze hanno presentato, ma nei territori si continuano ad alimentare tensioni per interessi lontani da quelli dei produttori e forse strumentalizzati per fini politici".