Piacenza modello di riferimento per tutta la Regione Emilia Romagna nell’ambito della donazione multitessuto. È quanto recentemente emerso nel congresso nazionale della Società italiana trapianti organi (Sito) tenutosi a Sorrento. Il sistema trapianti italiano sta implementando la donazione multitessuto da donatore a cuore fermo con l’obiettivo di soddisfare le crescenti richieste; cute, cornee, valvole cardiache, segmenti vascolari o tessuti ossei possono migliorare la qualità di vita di specifiche categorie di pazienti. La nostra regione ha avviato due anni fa un programma specifico di donazione a cuore fermo: il modello di riferimento è quello realizzato nella nostra provincia. Il sistema piacentino, infatti, dalla fine del 2005 a oggi, ha portato alla segnalazione di 56 donatori. Molto importante per il consolidamento del programma è la collaborazione con la rete del 118 e la disponibilità dell’equipe di coordinamento e prelievo sulle 24 ore. In questi anni, infatti, si è costituito un gruppo di quattro chirurghi e di una decina di infermieri di sala operatoria che si sono volontariamente resi disponibili, anche a spostarsi sul territorio. La procedura va infatti eseguita entro dodici ore dal decesso. I tessuti prelevati contemporaneamente, in poco più di tre anni, sono stati complessivamente 153. Per cute, cornee, valvole cardiache e segmenti vascolari, il personale sanitario piacentino è autonomo. Per i tessuti ossei sono invece contattati i chirurghi dell’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna. La maggior parte dei donatori a cuore fermo è di provenienza extraospedaliera. Si tratta per lo più di traumi della strada, con un’età media di 34 anni; altri casi frequenti sono quelli legati a patologie cardiovascolari (età media 55 anni). Limitati gli episodi di suicidio (età media 45 anni). Tutti i donatori sono decediti fuori dall’ospedale o in pronto soccorso. "Per questo – sottolinea il dottor Francesco Fontana, coordinatore provinciale trapianti – è molto importante l’accordo che l’Ausl ha sottoscritto con il Comune di Piacenza". Il coordinamento trapianti, tramite Enìa, ha accesso ai locali obitorio del cimitero urbano e può trasportare, quando necessario, le salme in ospedale, per effettuare i prelievi. L’attività di prelievo di organi e tessuti è iniziata a Piacenza nel 2000. In questi anni sono stati compiuti complessivamente 33 accertamenti di morte cerebrale. La procedura viene seguita dalla commissione medico legale, costituita da un medico legale (o anatomopatologo), un rianimatore e un neurologo. Il tempo di osservazione (medica e strumentale) prescritta dalla normativa vigente è di sei ore. In 22 casi è stato possibile effettuare la donazione, mentre in altri sussistevano cause di non idoneità. I prelievi hanno reso possibile 38 trapianti di rene, 9 trapianti di cuore e 21 trapianti di fegato. A prelevare i reni sono due chirurghi dall’Ausl di Piacenza. Per cuore e fegato arrivano invece equipe esterne. L’impegno dei sanitari coinvolti è quello di una sempre maggior specializzazione, con la partecipazione di corsi internazionali di aggiornamento. Tra le donazioni più significative compiute dal 2000 a oggi c’è quella del tessuto corneale, che richiede un prelievo piuttosto semplice. Per questo, in nove anni ne sono state prelevate 1166, corrispondenti a circa 600 donatori. Negli ultimi anni i criteri di idoneità stabiliti dalla legislazione regionale hanno portato a una progressiva selezione dei casi, con una conseguente diminuzione delle opportunità di donazione. Piacenza si colloca però ancora ben al di sopra degli standard e, solo nei primi mesi del 2009, i prelievi eseguiti sono stati 22. Di tutte queste tematiche si parlerà giovedì 26 febbraio nel corso di un evento formativo tecnico pratico organizzato dal Centro riferimento trapianti Emilia Romagna. La giornata di studi è rivolta al personale sanitario delle terapie intensive (rianimazione e cardiologia) e dei reparti non intensivi coinvolti nel processo donativo (medicine, pronto soccorso, 118, chirurgie, neurologia, medicina legale, anatomia patologica). "Si tratta – spiega Fontana – di una iniziativa itinerante che ha già interessato diverse aziende ospedaliere e sanitarie della Regione". Nella giornata di aggiornamento, sono approfonditi i diversi aspetti della donazione, attraverso l’illustrazione dell’esperienza diretta di alcune equipe. L’Ausl di Piacenza, come detto, è riferimento regionale per l’ormai ampia casistica maturata nell’ambito dei prelievi multitessuto. Il convegno di giovedì, in sala Colonne (nucleo antico dell’ospedale di Piacenza), si divide in due sezioni: al mattina si parla di donazione e aspetti organizzativi (ore 9.30-13), il pomeriggio di prelievi, con esposizione di casi clinici ed esercitazioni in tema di rapporti con i familiari dei donatori (ore 14-17.30).Una sessantina, finora, gli iscritti, che parteciperanno ai lavori. Tra gli aspetti della donazione, il programma prevede un approfondimento sulla "identificazione del donatore a cuore battente e a cuore fermo". L’Ausl di Piacenza, attraverso il coordinamento locale, è attenta anche all’attività di informazione e sensibilizzazione. Studenti di istituti superiori visitano regolarmente l’ospedale di Piacenza per conoscere le attività di donazione di organi e tessuti ma anche di cordone ombelicale e cellule staminali. Inoltre, a maggio, in occasione della Settimana nazionale dedicata al tema, i sanitari incontrano bambini e ragazzi di elementari, medie e superiori in diverse scuole.