#parlummpiasintein è un’iniziativa del Comune di Piacenza per valorizzare le varietà linguistiche di Piacenza e del circondario. Si sviluppa attraverso gli strumenti digitali più in uso, come i social network e un sito Internet, concorsi e contributi del Museo Etnografico provinciale. Il pubblico al quale si rivolge è prevalentemente la fascia di popolazione più giovane che non ha appreso il piacentino in famiglia. Non esclude tuttavia le altre generazioni fruitrici delle attuali tecnologie, che nei decenni scorsi sono state persuase a non parlare in dialetto nemmeno in situazioni informali.
Il progetto è stato realizzato con un finanziamento della Regione Emilia-Romagna, che lo ha inserito tra i vincitori di un bando ai sensi della L.R. 16/2014 “Salvaguardia e valorizzazione dei dialetti dell’Emilia-Romagna”.
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La lettera aperta dell’assessore Luca Zandonella
Carissimi Piacentini,
è in occasione della Giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali promossa dall’Unione nazionale Pro loco italiane che prende vita #parlummpiasintein, il progetto del Comune di Piacenza concepito per rivalutare il piacentino, una varietà occidentale della lingua emiliana.
Persuase a ripudiarlo, le ultime generazioni – delle quali faccio parte – hanno perso quasi del tutto la conoscenza di quello che per secoli, nel Piacentino, è stato l’idioma quotidiano dei propri antenati. Il senso di vergogna instillato nei suoi parlanti e la mancanza di una coscienza linguistica hanno portato, nel volgere di pochi decenni, ad un suo declino apparentemente inarrestabile. Secondo l’Unesco, che redige l’elenco delle lingue in pericolo (“Red book on endangered languages”), sono 120 quelle a rischio d’estinzione in Europa. Fra di esse è annoverato l’emiliano, del quale il piacentino è appunto un dialetto.
Per questo motivo, in prima persona, ho avvertito l’esigenza di provare a restituire all’idioma locale una nuova immagine, togliendolo dalla dimensione di volgarità, antimodernità e ignoranza che gli è rimasta troppo a lungo cucita addosso. E di tentare di mettere un freno alla sua delegittimazione culturale. In questa direzione l’assessorato alle Identità e Tradizioni ha deciso di puntare sulle attuali tecnologie e modalità di comunicazione: le reti sociali ed un sito web multimediale. Ma anche sul coinvolgimento diretto dei piacentini di qualunque età, in particolare i cosiddetti nativi digitali: la fascia di popolazione che può ancora strappare il piacentino al pericolo. Ciò è stato possibile grazie ad un finanziamento della Regione Emilia-Romagna, che ha premiato l’idea ai sensi della L.R. 16/2014 “Salvaguardia e valorizzazione dei dialetti dell’Emilia-Romagna”.
Spero di riuscire, insieme ai preziosi collaboratori del progetto, nell’intento di convincere gli studenti, i miei coetanei, ma anche tutte le persone che hanno un’immagine negativa del dialetto piacentino, a scoprirlo o riscoprirlo con rinnovato interesse. La mia generazione e quella successiva possono salvare il piacentino e l’emiliano. Ha ancora senso, non è un principio fuori dai tempi. Insieme possiamo farlo.