Pieno successo della prima giornata del “Fine anno con l’amico Giovanni da Pordenone” organizzato dalla Banca di Piacenza. Gremita la Basilica di Santa Maria di Campagna nel giorno di Santo Stefano per la lectio di Vittorio Sgarbi sul pittore friulano e tutto esaurito per l’accesso alla Cupola nel primo giorno di apertura straordinaria della Salita in occasione delle festività natalizie (prossimi appuntamenti il 31 dicembre dalle 19.30 alle 23.30, l’1 e 6 gennaio dalle 15 alle 19). Il presidente del Comitato esecutivo dell’Istituto di credito di via Mazzini Corrado Sforza Fogliani ha, nel suo saluto introduttivo, tracciato un bilancio delle manifestazioni culturali che hanno caratterizzato il 2018 piacentino («Abbiamo avuto il Guercino e il Pordenone: entrambi hanno superato le 100mila presenze; il Pordenone, con le 102 manifestazioni collaterali, ha oltrepassato il traguardo delle 130mila persone»).
Il presidente Sforza Fogliani ha quindi annunciato il programma di attività della Banca per il prossimo anno, incentrato sulla valorizzazione dell’intera area dell’ospedale, la cui prima pietra fu posta dal vescovo Campesio nel 1472 e che raccolse ben 32 ospizi. Tra i luoghi che verranno rivalutati, la chiesa degli olivetani, la chiesa dei templari di San Giuseppe, che celebra il 450° anniversario della sua consacrazione con il vescovo Burali, la chiesa dei SS. Nazzaro e Celso di via Taverna, di cui fu priore il cardinale Giulio Alberoni. Corrado Sforza Fogliani ha anche anticipato che verrà organizzato un evento dedicato a Ignazio Stern, presente in Santa Maria di Campagna con l’Annunciazione, nella cappella di Sant’Antonio.
Nel suo applauditissimo intervento Vittorio Sgarbi ha definito Piacenza «capitale padana del Rinascimento». Merito della Madonna Sistina di Raffaello ora a Dresda («con i due angioletti che sono diventati famosissimi e che portano Piacenza nel mondo»), ma merito anche del Pordenone che «fu il Michelangelo padano» e che «qui a Piacenza si affermò come primo manierista con le opere che sono in questo tempio. Opere che fondano un nuovo linguaggio artistico che ispirò successivamente Caravaggio». Sgarbi ha poi letto alcuni passaggi del Vasari riferiti ad Antonio de’ Sacchis, di cui diede un giudizio molto lusinghiero parlando di “forza, terribilità e rilievo nel dipingere”; qualità che pongono il Pordenone fra quelli che “hanno fatto augmento alla arte, et benefizio allo universale”.
Il critico d’arte al termine della lectio, come sempre magistrale, è salito in Cupola a rivedere gli affreschi del Pordenone che – nella prima giornata di apertura natalizia del camminamento degli artisti – hanno calamitato l’interesse di numerosissimi turisti (da centro e alta Italia, soprattutto da Brescia, Firenze, Mantova e Bologna), tanto da far registrare il tutto esaurito.