Pro Piacenza, la situazione è drammatica: “Ci regalano la carta per le fotocopie”

Il Pro Piacenza è stato ammesso, il Pro Piacenza paga alcuni debitori

Non si placa il terremoto in casa Pro Piacenza, anzi. In vista della prossima giornata i giocatori minacciano sciopero, non essendo ancora arrivati gli stipendi, mentre sulla società pende anche un’istanza di fallimento presentata da un fornitore scocciato dalle continue promesse di pagamento non mantenute da Pannella. Inoltre nei giorni scorsi è stato notificato un atto di pignoramento presso terzi da parte di un altro fornitore, oltre a diversi decreti ingiuntivi tutti provvisoriamente esecutivi che daranno luogo a breve ad altrettanti pignoramenti giacchè non sono stati soddisfatti i creditori né opposti i loro atti. Lo comunica il direttore generale Massimo Londrosi che lunedì scorso ha depositato presso la Procura della Repubblica di Piacenza un esposto sulla situazione della società Pro Piacenza, con particolare riferimento ad alcuni aspetti della gestione economico-finanziaria dell’amministratore unico Maurizio Pannella.

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La nota di Massimo Londrosi

Com’è noto, nella giornata di lunedì,18 Dicembre ho depositato presso la Procura della Repubblica di Piacenza, dandone comunicazione al presidente della Figc in rispetto di quanto previsto dallo Statuto e dalle normative vigenti, un esposto sulla situazione della società Pro Piacenza, con particolare riferimento ad alcuni aspetti della gestione economico-finanziaria dell’amministratore unico Maurizio Pannella. Naturalmente il contenuto dell’esposto è al vaglio della stessa Procura e pertanto lungi da me anticiparne qualsiasi contenuto. L’iniziativa mi è parsa non procrastinabile alla luce dell’attuale situazione venutasi a creare nel Pro Piacenza. Se fino a un mese fa circa si potevano nutrire speranze di normalizzazione dato il pagamento (in ritardo) delle spettanze di Luglio e Agosto ai tesserati, di parte delle mensilità ai dipendenti e dei rimborsi ai collaboratori nonché di acconti ai fornitori, nelle ultime settimane ed in particolare negli ultimi giorni la situazione è precipitata. L’amministratore unico innanzi tutto non ha adempiuto all’obbligo di pagamento delle mensilità di Settembre ed Ottobre ai tesserati ed al versamento dei contributi di Agosto,Settembre ed Ottobre, nonostante avesse più volte assicurato a tutti , compresi i suoi legali di fiducia, che avrebbe mantenuto l’impegno, da ultimo garantendo nella giornata di lunedì 17 Dicembre, verbalmente e per iscritto, l’invio di fondi (erano necessari per completare il pagamento circa 350mila euro) a mezzo bonifico suo personale entro le ore 9.30 dello stesso giorno. Fatto che comunque, alla luce delle stesse promesse avanzate nei giorni precedenti e puntualmente disattese, suscitava un certo scetticismo in più d’uno. Alle 14,30 quanto promesso dal presidente non si era ancora verificato né si sarebbe verificato nelle ore successive. Nel frattempo, venivano meno anche le promesse di pagamento rivolte nei giorni scorsi dallo stesso Pannella al presidente del Piacenza, signor Marco Gatti, per i canoni di locazione dello stadio, da pagarsi pure con le agevolazioni concesse dalla società Piacenza, ragion per cui la società Piacenza ha comunicato mercoledì la messa in mora e, rilevato l’inadempimento contrattuale, la non disponibilità all’utilizzo dello stadio per la gara di domenica prossima. Nello stesso tempo, i calciatori hanno proclamato a propria giusta tutela lo stato di agitazione notificando un preavviso di sciopero con richiesta di pagamento delle mensilità maturate entro venerdì 21, benchè data la situazione attuale e visto lo stato di insolvenza della società risulta difficile pensare che la prossima partita si possa giocare regolarmente, così come le successive, qualora non intervengano fatti nuovi che mutino il quadro della situazione. Il presidente li ha voluti incontrare. Ha dato la colpa alla Lega perchè anziché accreditare un contributo di novantamila euro ne ha inviati “solo” quarantatremila (per forza, hanno dovuto coprire il buco di dodicimila euro per l’indennità di fine carriera non versata, uno scoperto di conto campionato e hanno congelato circa trentamila euro di rimborso tassa di iscrizione perchè la società è inadempiente e quindi non può beneficiare al momento di questo contributo) e se l’è presa con me perchè non gli ho trovato nemmeno uno straccio di sponsor che lo potesse aiutare, come se potesse esistere sulla faccia della Terra qualcuno disposto a mettergli in mano dei soldi in questa situazione. “Perciò – ha tuonato con i calciatori- sono rimasto spiazzato e non ho potuto pagarvi!”, cercando di far credere che un amministratore che deve pagare oltre trecentomila euro di stipendi e contributi ci pensa solo qualche ora prima (forse lo fa Agnelli, ma credo preferisca programmare anche lui). La situazione stessa è tuttavia drammatica: sulla società pende anche un’istanza di fallimento presentata da un fornitore scocciato dalle continue promesse di pagamento non mantenute da Pannella, inoltre nei giorni scorsi è stato notificato un atto di pignoramento presso terzi da parte di un altro fornitore, oltre a diversi decreti ingiuntivi tutti provvisoriamente esecutivi che daranno luogo a breve ad altrettanti pignoramenti giacchè non sono stati soddisfatti i creditori né opposti i loro atti. Si tratta di forniture e servizi resi e prestati nel periodo Luglio-Ottobre di quest’anno. Naturalmente non sono ancora stati pagati i lavori di manutezione al centro Siboni e svolti recentemente, sbandierati sulla stampa locale e nazionale dal presidente Pannella come il biglietto da visita di un nuovo corso,così come sono ancora da pagare le recenti forniture anche di piccolo importo per i servizi e le necessità di tutti i giorni. Siamo arrivati al punto che la carta per le fotocopie necessaria in ufficio viene regalata da un collaboratore, che la spesa per il pranzo della squadra viene pagata da un altro dipendente, che i campi da gioco vengono sistemati alla bell’e meglio e segnati con la vernice bianca da amici degli amici e così via. Il settore giovanile è stato completamente disintegrato, decine di ragazzi si sono svincolati, il responsabile ha gettato la spugna nauseato dai modi del presidente,dagli impegni non mantenuti, dai problemi con i mezzi di trasporto ecc.ecc.ecc.

Chicca della serata di mercoledì poi l’accoglimento da parte della Commissione d’Appello Federale delle istanze di Lega (che secondo Pannella, ultimo arrivato nel mondo del calcio, era totalmente schierata dalla sua parte…) e di alcune società contro la validità della fidejussione FinWorld presentata a suo tempo da Pannella e altri strepitosi paperoni pallonari per l’iscrizione al campionato (avvenuta comunque in ritardo, quindi -1 di penalizzazione) che perciò anziché valere una garanzia da trecentomila euro è diventata carta straccia, comporta altri 8 punti di penalizzazione in classifica e va pure sostituita.

Da ultimo, ma non ultimo in ordine di importanza, da giorni siamo in trepida attesa che il Tribunale di Milano-sez.2 “Fallimento e procedure concorsuali” e la sua presidente dottoressa Alida Paluchowski prendano decisioni in merito alla vicenda della società controllante il Pro Piacenza, la Seleco spa, sempre riconducibile a Pannella, in merito all’ammissione o meno al concordato richiesto. Un eventuale diniego avrebbe conseguenze nefaste anche per il Pro Piacenza. In questi giorni e a questo proposito io, l’allenatore, il segretario, l’autista, almeno un giornalista, uno steward e qualcun altro al momento ignoto ma che sicuramente esiste abbiamo ricevuto dal signor Pannella su wathsapp nell’ordine: un filmato che riprende televisori imballati in un magazzino, alcuni screenshot di messaggi tra persone che non conosciamo, che potrebbero avere la valenza di amici del Bar dello Sport, che si scambiano informazioni su navi cariche di televisori pronte a partire a spron battuto da ignoti lidi pare cinesi destinati al porto di Trieste (“è in arrivo un bastimento carico di…” e giù la battuta!), una serie di lettere scritte in inglese non si sa da chi e a chi, una foto di Matteo Corbelli con il suo cane (cosa c’entra non si sa), il campo sportivo di Genzano in pieno giorno e al tramonto, una specie di contabile di Icbc Bank scritta in cinese e in inglese, una brochure di Bandena Bank con la confidenza “mi danno uno scoperto di conto da un milione di euro allo 0,40” e altre amenità simili accompagnate dalla didascalia “Seleco riparte” oppure senza nemmeno quella (il che costituiva un discreto rompicapo per immaginare cosa volesse dirci con quelle fotografie).

In questi due mesi, invitato a farlo dal legale di Maurizio Pannella, ho svolto l’incarico di direttore del Pro Piacenza che nel frattempo era stata gestita da altri tre direttori. Avendo fiducia in chi me l’aveva chiesto, avevo accettato di buon grado convinto di trovarmi di fronte ad un imprenditore in difficoltà e spaesato quale novello frequentatore del mondo del calcio. In realtà mi sono trovato di fronte a un tipo strano, un po’ mitomane, un discreto ballista, un prestigiatore,un illusionista. Una mia amica che fa l’ avvocato non vuole che scriva che è un mascalzone. Io invece voglio scriverlo. Perchè chi non paga la gente che lavora pur avendo la possibilità di farlo (e il signor Pannella ha questa possibilità come potranno accertare gli inquirenti quando vorranno agire) è un mascalzone. Al signor Pannella abbiamo creduto, io, i collaboratori, i giocatori rimasti al suo fianco, l’allenatore e lo staff tecnico. Anche chi mi ha presentato a lui gli credeva. Siamo stati tutti delusi. Anzi, fregati. Ci ha ringraziato per la fiducia prendendoci per il culo (sì, scrivete proprio culo, Pannella non merita un sostantivo più gentile). Appena ha appreso che avevo presentato un esposto nei suoi confronti, ha confidato a chi gli stava vicino che mi avrebbe licenziato. A parte che si licenzia qualcuno che sia stato in precedenza assunto (e io non lo sono stato, sono un semplice tesserato senza contratto e quindi non posso essere licenziato), l’unico che si deve licenziare è lui. Possiamo farne tranquillamente a meno. Noi, il calcio e la città di Piacenza.