Olindo Romano, regime carcerario più severo?

Il capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, sta "valutando un regime più severo" per Olindo Romano, condannato all’ergastolo per la strage di Erba con la moglie Rosa Bazzi e protagonista di un’aggressione ai danni di un agente di polizia penitenziaria nel carcere di Piacenza. Ionta ha definito l’episodio "grave, perché la regola principale in carcere è comportarsi bene".Intanto sulla situazione interviene anche la Fp-Cgil, per protestare contro sovraffollamento e carenze organico penitenziari E-R. Questo il comunicaot integrale: "Olindo Romano, detenuto nel carcere di Piacenza per la strage di Erba, ha aggredito nei giorni scorsi un sottufficiale di Polizia Penitenziaria durante l’ispezione della cella, costringendolo a ricorrere alle cure dell’ospedale, da dove è stato dimesso solo dopo diverse ore.La FP CGIL dell’Emilia-Romagna, oltre ad esprimere la propria solidarietà e vicinanza all’operatore di Polizia Penitenziaria aggredito, non può che ribadire quanto ormai da troppo tempo evidenziato ai vertici dell’Amministrazione Penitenziaria locale e nazionale, attraverso innumerevoli documenti e comunicati, in ordine alla situazione delle carceri della regione, sia per quanto riguarda il sovraffollamento (le sezioni detentive ospitano mediamente il 30% in più di detenuti rispetto alla presenza massima prevista), la carenza di organico ( in questo caso la media regionale si attesta su un 20-25% di personale in meno rispetto a quello previsto) e le condizioni logistico ambientali delle strutture, che hanno visto in qualche caso i detenuti ammassati su materassi di fortuna, in barba ad ogni regola anche minima di decenza e dignità, sia per i detenuti che per gli agenti.Ciò porta inevitabilmente ad un aumento esponenziale delle ore di lavoro cui sono costretti gli operatori della Polizia Penitenziaria, spesso peraltro da soli in ogni turno, con le immaginabili conseguenze sulla loro sicurezza personale, soprattutto considerata l’inefficienza e la carenza delle strumentazioni di controllo  e di allarme.La FP CGIL regionale, dopo aver partecipato alla manifestazione indetta unitariamente il 28 novembre scorso davanti agli Uffici del Provveditorato Regionale, intende proseguire anche da sola nella protesta ed ha abbandonato il tavolo di trattative regionale fino a quando non giungeranno anche da questo livello segnali concreti di cambiamento.La FP CGIL ribadisce il proprio impegno per sensibilizzare le istituzioni, la politica, i vertici dell’Amministrazione Penitenziaria ed il Governo affinché il problema venga finalmente affrontato e risolto con atti concreti, che non  possono essere né  i "proclami" sulle carceri leggere né la mera richiesta di isolamento per i detenuti colpevoli di aggressioni nei confronti degli agenti.Proseguiremo quindi nelle iniziative già intraprese nei confronti dei singoli Direttori per la piena applicazione degli istituti contrattuali e di legge a tutela degli operatori di Polizia Penitenziaria e nella richiesta di coinvolgimento dei Prefetti e delle istituzioni locali."

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