I libri, almeno oggi e domani, restano a casa. Questo è un viaggio che ognuno deve percorrere con la propria testa, con il cuore. E, per tutti, è la prima volta. La prima volta a Cracovia, la prima volta in quella Auschwitz e in quella Birkenau scolpita nelle parole di Primo Levi, nei ricordi dei testimoni, oramai pochi, pochissimi, di una pagina di storia incomprensibile ma doverosamente da conoscere. § LA PARTENZA L’appuntamento è al binario 11, carrozza numero 1 per Piacenza. Borse, valigie, sacchetti per la cena, la colazione e il pranzo. E poi macchine fotografiche, telecamere per captare le emozioni, i momenti più intensi, nel caso gli occhi non bastassero. Nessuno ha dimenticato sciarpe e guanti. I turisti che passano in stazione si incuriosiscono: "Sarà un gruppo di scuole che va a sciare". Già, è tempo di settimane bianche. La neve in effetti non manca: né alla partenza da Piacenza né a Cracovia, dove per domani, giorno della cerimonia, sono previsti fiocchi e manti bianchi. Qualche ragazza è accompagnata dal fidanzatino che si profonde in baci e abbracci come in un viaggio senza ritorno, altri dal papà e dalla mamma che si assicura fino all’ultimo secondo che non manchi nulla. C’è anche qualche nonno, negli occhi lucidi la speranza che l’esperienza faccia crescere e, perché no, tornare un po’ migliori.In fila indiana, in una mano lo zaino, nell’altra il tramezzino offerto dalla Coop Lombardia, c’è il tempo anche per discutere di crediti formativi e ipotetiche rimandature a settembre. Giusto il tempo di arrivare davanti alla carrozza e farsi assegnare i posti. I posti. Un problema che, a questa età, non si può sottovalutare. Il biglietto di istruzioni, rilasciato qualche giorno fa dagli organizzatori, lasciava già presagire la delicata fase delle trattative: "rispettare l’assegnazione dei posti almeno fino alla partenza del treno". Tra Respighi e Gioia la lotta è già ai massimi livelli, poi arriva il Colombini, ma c’è anche l’Itis, senza parlare dell’istituto privato San Vincenzo. Metterli d’accordo è impegnativo anche per i quattro insegnanti: Paolo Barbieri, Raffaele Costanzo, Silvia Ferrari e Matteo Sozzi. Alla fine, prevale la fame. E i posti, come tutto, si combinano. § IL VIAGGIO Viaggiare è cultura, sempre. Le ore di treno previste sono ventitre. Nella carrozza ristorante, Costantino di Sante, Carlo Saletti, Cristina Zaltieri e Antonella Tiburzi, storici, parlano ai ragazzi dell’internamento fascista e della persecuzione degli ebrei. Il tempo di un panino volante per cena ed è già ora di ascoltare i racconti di Auschwitz, "luogo dei luoghi". Poi, poco dopo le 22, tutti ai propri posti. Arrivano i cuscini e i sacchi per dormire. Ci sono le cuccette da tirare giù, i bagagli lasciati alla rinfusa all’ultimo piano da sistemare, la scaletta per raggiungerlo da trovare. Cose per uomini, le ragazze sono già in fila davanti al bagno con tanto di pigiamino e pantofoline che danno spazio alla più fervida fantasia. Le intenzioni sono buone, ma le luci restano accese fino a tarda notte. Si chiacchiera, si legge, si ride e si fanno le ore piccole.§ IL RISVEGLIO Una luce fredda fuori dal finestrino accompagna un risveglio difficile soprattutto per chi non si è limitato a leggere e dormire in tempo utile. Cervi e cerbiatti si spingono lontano dal bosco, qui non devono essere in pericolo. Nessun segno di neve, ma pochi colori pastello, prevale il grigio. Meglio un caffè, prima che la banda si svegli e l’assalto al bancone del bar renda improbabile un assaggio di meritata colazione. Ad aprire la strada gli amministratori Gianluigi Boiardi, Tiziano Chiocchi, Christian Fiazza e i professori Paolo Barbieri del Gioia e Raffaele Costanzo del Respighi. Si sa, chi prima arriva…male alloggia perché la corrente manca e per il caffè c’è da aspettare. Ci sono le cuccette da smontare, i sacchi da buttare e i cuscini da riconsegnare. I corridoi diventano un unico groviglio di tele bianche da scavalcare. La fila è davanti al bagno: i ragazzi sono rapidi, a rallentare sono sempre le donne. La prima conferenza inizia alle 10, qualcuno tira fuori gli scacchi, altri leggono, i più tentano di svegliarsi definitivamente. Ma è difficile. § LE DISCUSSIONI Il vero fermento è nello scompartimento cinque: Giorgia Cammi, Chiara Farini, Giulia Sartori, Matteo Poliedri, Alberto Rossi, Elisa Casi, Francesca Leonardi e Fabiola Scozzarella danno vita ad un profondo dibattito social-politico. In mezzo il presidente Boiardi. Si parla dei giovani, dei loro problemi che "voi da lì non potete vedere fino in fondo", dei limiti della politica in cui credono sempre meno, del futuro per il quale nutrono ancora fiducia. C’è grande attesa per domani, per vedere di persona, per cercare di comprendere anche se "non riusciremo mai a capire davvero". Nella carrozza ristorante la storica Cristina Zaltieri parla della "vita lesa: testimonianze dai lager" e Antonella Tiburzi della deportazione femminile. Infine le letture e le poesie. Del viaggio a Mathausen di un paio di anni fa, Christian Fiazza ricorda il silenzioso ritorno dei ragazzi, anche e soprattutto dei più baldanzosi. E tutti si preparano a domani. IL PROGRAMMA Domani, 26 gennaio, la visita al lager di Auschwitz: i blocks, il block italiano con il suo monumento, la camera a gas, il forno crematorio ed il museo storico. Nel pomeriggio, il campo di Birkenau: dalle baracche alla zona dei forni, alla baracca di ricevimento e alla zona "Canada". Quindi la cerimonia al monumento e al corteo fiaccolata, con il discorso del presidente Boiardi e del consigliere Fiazza. Una giornata lunga e difficile che si concluderà con un concerto dopo cena. Il viaggio, per tutti, è appena cominciato.