Ptcp, le critiche degli ambientalisti e le preoccupazioni di No Tube

Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, gli ambientalisti avanzano proposte e chiedono modifiche del documento preliminare, che, a loro avviso, prevede troppa urbanizzazione. Ieri sera l’incontro con l’assessore allo sviluppo economico Alberto Borghi (nella foto).  Presenti anche alcuni esponenti del Comitato No Tube, che temono la possibile approvazione dei due progetti di derivazione a fini idroelettrici su Nure-Ronchignasco e Grondana. Il 2 febbraio- spiega Gian  Marco Rancati-  l’ok potrebbe arrivare dalla Conferenza dei Servizi indetta dalla Regione Emilia Romagna. Per chiedere che ciò non avvenga, Rancati si rivolge alla Provincia, alla quale chiede di agire, proprio in virtù di quanto previsto dal Ptcp.Segue il comunicato del Comitato:Il prossimo 2 Febbraio la Conferenza dei Servixi indetta dalla Regione Emilia Romagna potrebbe approvare i due progetti di derivazione a fini idroelettrici su Nure-Ronchignasco e Grondana. Ripercorriamo velocemente alcune tappe della storia di questi progetti:Il 14 gennaio 2008 il Consiglio Provinciale di Piacenza ha approvato un ordine del giorno in cui si chiedeva che nessuna derivazione a fini idroelettrici potesse essere fatta sulle aste principali di Trebbia, Nure e Aveto e che sugli affluenti potessero essere fatti interventi solo in presenza di tratti compromessi e su strutture già esistenti.Il 26 Maggio 2008 lo stesso Consiglio ribadiva la decisione, invitando inoltre la Giunta Provinciale a esprimere all’interno della conferenza dei servizi il parere contrario della Provincia.A settembre 2008 l’Assemblea Regionale dell’Emilia Romagna votò all’unanimità un ordine del giorno in cui si esprimeva forte preoccupazione per il proliferare di impianti idroelettrici e si impegnava la Giunta a intervenire con urgenza per disciplinare la materia.Nel novembre 2008, in risposta, la Giunta ha emanato una direttiva in cui si pongono alcuni limiti molto stringenti alla installazione di nuovi impianti idroelettrici.La seduta della conferenza dei servizi del 2 febbraio sarà probabilmente quella conclusiva dell’iter dei due progetti di cui sopra.Questi due progetti però contrastano decisamente con molte norme di pianficazione, in particolare con quelle previste dalla direttiva regionale di cui sopra.Allegate troverete le osservazioni fatte dai tecnici del nostro comitato al progetto sul Grondana. In particolare, a pagina 19 troverete il confronto tra quanto richiesto dalla direttiva regionale 1793 e il testo dello Studio di Impatto ambientale redatto dai proponenti. E’ evidente la contraddizione tra lo studio e la norma, contraddizione che dovrebbe imporre il diniego della richiesta di concessioneTroverete anche molti altri elementi di contrasto con le norme della pianificazione e elementi di debolezza e insussistenza dello studio.Purtroppo, nonostante questo contrasto, è ancora possibile che il 2 febbraio questi progetti vengano approvati.Il 9 febbraio il consiglio provinciale di Piacenza adotterà il nuovo PTCP. Bene, nel documento che andrà in consiglio provinciale, l’art.100 prevede due cose:1. Non possono essere fatti impianti sulle aste principali dei fiumi Trebbia, Aveto e Nure. L’applicazione del PTCP, che sarà efficace a partire dal giorno dell’approvazione, escluderà dunque il progetto sul Nure-Ronchignasco. Il problema è che la Regione, forzando al massimo i tempi intende effettuare l’esame finale dei progetti in modo da tagliare fuori le determinazioni che la provincia intende prebdere per governare il proprio territorio. Si pensi che il tempo per effettuare le osservazioni al progetto scade il 31 Gennaio. Come è possibile che le osservazioni vengano prese in considerazione se due giorni dopo verrà presa la decisione?2. Gli impianti possono essere fatti solo in presenza di tratti artificializzati esplicitamente indicati in una mappa allegata al PTCP. E questo escluderebe il torrente Grondana, che non rientra certo nel novero dei torrenti artificializzati.Per questo noi crediamo che la prima vittima dell’approvazione di quei progetti – ancora prima della qualità ambientale di tre dei nostri fiumi più preziosi – sarebbe la democrazia,.Siamo infatti in presenza di progetti che:1 Non rispettano la pianificazione attuale2 Saranno esclusi da un atto di pianificazione che sarà esecutivo tra pochi giorni3 Devastano in modo irreparabile ambienti tra i più preziosi della provincia, in nome solo del profitto privato4 Sconfessano la volontà del consiglio provinciale e di 6 consigli comunali della provincia che si sono espressi contro il proliferare indiscrimminato di questi progetti e che hanno richiesto quella pianificazione che il PTCP intende effettuare. 5 Sono contrari a quello che la grande maggioranza dei cittadini della Provincia richiede. Il fatto è dimostrato dalle 14.000 firme raccolte dal comitato.Di fronte a  questa drammatica situazione chiediamo solo che la Provincia di Piacenza applichi ciò che il proprio Consiglio ha chiesto: che esprima cioè il proprio parere contrario ai progetti, sulla base dei problemi tecnici e regolamentari che questi progetti presentano.Anticipiamo che, qualora questi progetti venissero indebitamente approvati, sarà immediato il  nostro ricorso al TAR. Questo ricorso pèotrà servire certamente a mettere al riparo i nostri fiumi dallo scempio ambientale a cui qualcuno vorrebbe sottoporli. Certamente però non potrà guarire la ferita che verrebbe fatta alla democrazia.

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