Proposta della Regione, ridiscutere il ruolo delle Province: “Sono rimaste, a questo punto devono poter lavorare”

Quindici milioni per tagliare o azzerare l’Irap per le imprese di montagna; un piano di investimenti per la messa in sicurezza e la viabilità del territorio appenninico sostenuto da una parte significativa dei 360 milioni di euro liberati dal recente accordo Stato-Regioni; una proposta di riordino territoriale che riconosca alle Province le risorse necessarie per esercitare le funzioni previste.

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Dalla Conferenza regionale della montagna organizzata oggi a Bologna dall’Uncem il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha lanciato la propria proposta per l’Appennino, la parte più pregiata ma anche più fragile del territorio regionale. “La montagna è stata ed è al centro delle politiche di questa Regione. Vivere e lavorare in montagna non è la stessa cosa che farlo in pianura- ha detto-. Vogliamo che questa difficoltà sia riconosciuta e compensata perché tutti i cittadini abbiano davvero pari diritti e pari opportunità. Non in astratto ma nel concreto, rimuovendo ostacoli quando è possibile, compensandoli quando non lo è”.

Per quanto riguarda la fiscalità di vantaggio, la proposta illustrata da Bonaccini prevede un taglio dell’Irap di almeno un terzo per le imprese che già lavorano in montagna e l’azzeramento per un minimo di tre anni per quelle che vogliono avviare un’attività. La misura sarà sostenuta da 15 milioni del prossimo bilancio regionale che verrà approvato entro dicembre.

“Se poi il Governo deciderà di metterci anche del suo- ha sottolineato Bonaccini- molto meglio, ma quel tanto che come Regione possiamo fare, lo faremo. E per questo chiediamo che ci venga riconosciuta l’autonomia necessaria, secondo l’articolo 116 della Costituzione”. Dunque: “Uno sconto fiscale da applicarsi automaticamente e senza burocrazia” per sostenere quella rete di piccole imprese ed esercizi commerciali, quali bar, negozi di alimentari, botteghe artigiane, che sono il tessuto economico e sociale che tiene viva una comunità. Per combattere abbandono e spopolamento e dare nuove opportunità di lavoro soprattutto ai giovani.

E proprio abbandono e spopolamento sono tra le concause di quel dissesto idrogeologico che rappresenta uno dei mali storici dell’Appennino.

“Questa Regione ha già fatto molto per la messa in sicurezza del territorio- ricorda il presidente- ma la scelta fatta dal Governo di smantellare “Italia sicura” rappresenta un oggettivo passo indietro. Il rischio è, ancora una volta, quello di dover rincorrere le emergenze, senza avere alcuna certezza sulle risorse.”

Da qui la scelta di destinare proprio alla messa in sicurezza e alla viabilità delle zone di montagna – mettendola a disposizione direttamente dei Comuni montani – una “parte predefinita e significativa dei 360 milioni di euro di nuovi investimenti resi disponibili dall’accordo che ho siglato pochi giorni fa con il Governo in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni”. Accordo che da un lato azzera i tagli previsti per le Regioni nel prossimo triennio, pari a 4,2 miliardi di euro, e dall’altro impegna le stesse Regioni a realizzare investimenti con risorse proprie per una cifra di parti importo, liberando gli spazi finanziari. Una mole significativa di finanziamenti aggiuntivi già dal 2019, che per l’Emilia-Romagna vale appunto 360 milioni di euro.

Infine, il presidente ha annunciato che, alla luce del mancato superamento delle Province, la Giunta metterà a disposizione nelle prossime settimane una nuova proposta di governance. “Se le Province rimangono – ha detto – devono poter funzionare. Non so quando il Governo interverrà ma è necessario rimettere in equilibrio il sistema. Metteremo a disposizione di Anci, Upi e Uncem una nostra proposta organica per una discussione comune. Il nostro obiettivo è ridare un po’ di certezze in più alle amministrazioni, garantendo un dialogo più efficace tra Regione e Comuni”.