Grande rammarico nel mondo ANPAS Comitato Provincia di Piacenza per la perdita del caro Alberto Casella, Volontario della P. A. Croce Bianca di Piacenza che iniziò il suo percorso nel lontano 1989. Volontario, Responsabile Servizi di Soccorso, Formatore, Co – Fondatore della CUT – Centrale Unica Trasporti, Consigliere di ANPAS Emilia Romagna. Questi i principali incarichi quasi tutti condivisi con il suo amico e collega nonché successore Paolo Rebecchi, al quale abbiamo chiesto di esprimere un ricordo
“Non è mai facile parlare di un amico in situazioni come questa, perché prima di tutto Alberto era questo, un caro amico, oltre che un collega, con il quale abbiamo condiviso tantissimi momenti. Le nostre strade si incrociarono per la prima volta nel 1997, quando io entrai in Croce Bianca e ai vertici dell’organizzazione incontrai proprio lui, Alberto. All’inizio non fu amore, ero molto giovane, ribelle, mentre lui posato, calmo, direi quasi saggio nonostante la giovane età, ma entrambi condividavamo una passione, il Soccorso e l’ANPAS, di cui abbiamo parlato anche l’altra sera (Domenica) prima dell’ultimo abbraccio.
Dopo i primi mesi insieme in Croce Bianca e diverse (banali) discussioni, abbiamo capito che uniti avremmo potuto realizzare qualcosa di utile, e gli accesi confronti si trasformarono in sfottò sui miei capelli (allora) lunghi e i suoi già molto più corti. Gli anni passarono velocemente e il nostro rapporto si strinse sempre di più, tanto che nel 2003, quando lui decise di entrare in Consiglio Direttivo di Croce Bianca, mi passò il testimone per poter rivestire il ruolo di Responsabile dei Servizi di Soccorso. Sono stati anni produttivi, ricchi di sfide, nei quali insieme e al fianco di altri ragazzi di ANPAS e Croce Rossa abbiamo dato vita alla CUT – Centrale Unica dei Trasporti (di cui era ancora Coordinatore Generale), abbiamo portato avanti il Comitato a favore della Centrale 118 di Piacenza, abbiamo vissuto il Consiglio Regionale di ANPAS Emilia Romagna.
Sono tanti gli aneddoti che mi vengono in mente su di noi, sempre con il sorriso sulle labbra; insieme riuscivamo a trasformare ogni situazione drammatica in comica. Amavamo prenderci in giro, fare scherzi, come quando rientravamo di notte da Bologna dopo i Consigli Direttivi ai quali mi ha introdotto e chiamavamo l’amico Alberto Negri oppure Antonio, inventando qualche storia surreale.
Da quando la malattia lo aveva colpito, non ha mai abbassato la guardia; con grande dignità, supportato sempre da Anna, sua moglie, donna di grande valore, dalla famiglia e dagli amici più stretti a cui lui ha sempre dato tanto, ha tenuto la testa alta, ha cercato le soluzioni per non far mai vedere il dolore che lo colpiva.
Personalmente lo ringrazio per l’amicizia e la stima dimostrata e per aver dato prova di grande carattere e forza morale, che rimarrà a mio avviso l’eredità più importante per la sua famiglia e per il nostro movimento. Nella griglia del personale in servizio operativo, lasceremo il suo badge, perché chi ha dato tanto, sarà sempre con noi.”