Domenica 21 ottobre 2018 alle ore 18:00, il Milestone di via Emilia Parmense 27 ospita il Fabrizio Bosso Quartet, formato da Fabrizio Bosso alla tromba, Julian Oliver Mazzariello al pianoforte, Jacopo Ferrazza al contrabbasso e Nicola Angelucci alla batteria, con il progetto “State of The Art”. Il live club piacentino aprirà alle ore 17:30; si potrà accedere con la tessera del Piacenza Jazz Club o Anspi e munendosi all’ingresso del biglietto, fissato in € 15,00.
Lo Stato dell’Arte di Fabrizio Bosso, che si esprime in un dialogo autentico, forte e pieno di espressività.
“State of The Art” è il titolo di un doppio album live uscito ad aprile 2017 per la Warner Music e registrato dal vivo durante i concerti del quartetto di Fabrizio a Roma, Tokyo e Verona. Un’istantanea fedele di una fase tra le più felici nella carriera del trombettista, che ha voluto fissare alcuni momenti memorabili e che ora ripropone, per viverli con rinnovata energia e rivestirli con nuovi colori e sempre nuove idee.
La sublimazione di un percorso musicale e umano che ne sancisce il successo. Esplorando le infinite possibilità del proprio modo di fare musica, grazie al confronto costante con i musicisti che ormai da tempo condividono con lui il palco, Fabrizio Bosso raggiunge qui la sua più completa e matura espressione artistica, sia in qualità di musicista che di compositore. Non un punto di arrivo, ma un nuovo inizio che viene suggellato e rinnovato ogni volta. Durante il concerto, il trombettista è in grado di trascinare il gruppo e, nello stesso tempo, lasciare tutto lo spazio necessario per esprimere le singole personalità, creando una musica sempre nuova. Nel repertorio, oltre agli standard e all’improvvisazione, regina indiscussa di questa formazione, emerge anche la peculiare cifra compositiva di Bosso che, sempre riconoscibile, si esprime in brani originali come “Rumba For Kampei”, “Mapa”, “Black Spirit”, “Dizzy’s Blues” o “Minor Mood”.
<<Quando ho deciso di mettere in piedi questo quartetto, non l’ho fatto pensando a un disco. Avevo piuttosto voglia di ascoltare la mia musica suonata da altri musicisti, con un’energia e un “colore” che fossero diversi, freschi. Questo è il suono del mio presente – afferma Fabrizio – e loro sono, oltre che degli amici, anche i musicisti che mi appagano di più sul palco perché capaci di tirare fuori il suono che ho in testa. Con loro, il mio grande lusso è che potrei permettermi di non suonare e la musica funzionerebbe ugualmente.>>