No del consigliere regionale della Lega Matteo Rancan alla fusione dei Comuni piacentini di Monticelli d’Ongina e San Pietro in Cerro. Nel procedimento di accorpamento delle due entità municipali l’esponente del Carroccio intravede infatti perdita d’identità, mancanza di partecipazione e tanti dubbi, in primis sui finanziamenti a sostegno del percorso.
«Ci troviamo in presenza di un tipo di fusione incerta in quanto mai realizzata prima d’ora in Emilia Romagna: quella per incorporazione, che porta il Comune più piccolo ad essere fagocitato dal maggiore» attacca Rancan. Che punta il dito sul mancato coinvolgimento della popolazione: «Il processo è stato avviato in modo superficiale da un sindaco in scadenza di mandato e senza un adeguato percorso partecipativo rivolto ai cittadini, i quali almeno avrebbero dovuto essere informati prima. Un cambiamento così delicato deve essere inclusivo e non andare a scapito di qualcuno».
Punti oscuri, a detta del consigliere del Carroccio, rimangono anche sul finanziamento previsto dall’amministrazione di viale Aldo Moro a Bologna per i Comuni che si fondono. «La Regione promette di stanziare un budget decennale che rischia di diventare una corsa all’oro, in quanto può fare gola a molte giunte municipali. Ma quanti più Comuni concorreranno – osserva -, quanto più la disponibilità economica si assottiglierà. Chi garantisce che tra qui a dieci anni la somma per il nuovo Comune della Bassa piacentina non sarà parzialmente evaporato? E poi suscita perplessità il fatto che in un’incorporazione i fondi finiranno nelle casse di Monticelli, portando alla completa subalternità di San Pietro. Con l’aggravante che oggi non vi è a Monticelli una rappresentanza sampietrina a garantire gli interessi di San Pietro. Tutto questo ha il sapore di un ricatto. Procedere in questa direzione sarebbe un’incognita troppo grande per la Bassa, territorio al quale sono particolarmente legato».