Legambiente Ecosistema, scuole piacentine premiate con un ottimo quinto posto nazionale, tra sicurezza degli edifici, servizi di qualità e cibo biologico.
E’ stato presentato il 18 ottobre l’annuale rapporto di Legambiente Ecosistema Scuola che fotografa lo stato di salute delle scuole italiane prendendo in considerazione le caratteristiche strutturali, il tasso di innovazione e gli indicatori di qualità sia degli edifici che dei servizi.
Secondo il rapporto Piacenza è quinta nella classifica nazionale guidata da da Bolzano e Trento. Ottima performance anche dell’Emilia Romagna.
Nel complesso, però, la fotografia è abbastanza chiara: nella top ten di Ecosistema Scuola 2018 troviamo tutti Comuni del nord, con la sola eccezione di Prato (7º): dopo Bolzano (1º) e Trento (2º) abbiamo Bergamo (3º) e ben 4 capoluoghi dell’Emilia Romagna: Reggio Emilia (4º), Piacenza (5º), Parma (6º), Rimini (10º). Gli altri Comuni presenti sono Pordenone (8º) e Verbania (9º). In coda, come già detto, le città del Sud e delle isole: ultima in graduatoria Messina, preceduta da Foggia (82º), Palermo (80º), Reggio Calabria (79º), Siracusa (78º), Potenza (77º), Sassari (75º) e Crotone (74º). Sempre in fondo, una città del centro, Latina (81º) e una del nord, Trieste (76º). E’ Firenze (18º), tra le grandi città a posizionarsi nella parte più alta della classifica, quindi Torino (20º), Milano (27º) e Napoli (32º), seguono a distanza Venezia (52º), Catania (53º), Bari (62º), Genova (69º), mentre nella parte più bassa troviamo Reggio Calabria, Palermo e Messina. Roma invia dati incompleti e pertanto non entra in graduatoria. Bologna e Cagliari non inviano dati.
“Abbiamo sempre di fronte un quadro di urgenza ed emergenza – ha dichiarato Vanessa Pallucchi, responsabile Scuola e Formazione di Legambiente – crediamo che per dare una scuola sicura a tutti gli studenti occorra accelerare gli interventi di riqualificazione dando priorità alla messa in sicurezza delle scuole nelle aree sismiche più vulnerabili e al miglioramento delle prestazioni energetiche. Gli enti locali vanno aiutati con una semplificazione delle linee di finanziamento e sostenuti in fase di progettazione ed esecuzione dei lavori. Occorre poi aprire una nuova fase dell’edilizia scolastica ed utilizzarla come leva di rigenerazione di territori e quartieri. Le zone più svantaggiate del nostro paese sono quelle dove dobbiamo andare a investire su scuole più belle e innovative. Ora accade esattamente il contrario. Una sperequazione che vediamo anche nei servizi scolastici, che sono una parte importante del modello di governance che si dà un territorio rispetto agli stili di vita individuali e collettivi. Un piedibus che ben funziona o una mensa sana e accogliente, aiutano a ricostruire quella comunità e quei processi di condivisione di cui ora abbiamo tanto bisogno”.