Come comportarsi in caso di emergenza, a Castel San Giovanni la campagna “Io non rischio”. FOTO

Anche a Castel San Giovanni, come in numerose piazze d’Italia si è tenuta ieri, domenica 14 ottobre, la manifestazione “Io non rischio” a cura della protezione civile. Sono stati allestiti infopoint per fornire alla popolazione informazioni utili per conoscere le aree sensibili del proprio territorio e cosa fare in caso di alluvione, terremoto, allerta meteo. Presenti anche i volontari di Croce Bianca Anpas.

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Io non rischio è una campagna di comunicazione nazionale sulle buone pratiche di protezione civile. Ma ancora prima di questo, Io non rischio è un proposito, un’esortazione che va presa alla lettera. L’Italia è un paese esposto a molti rischi naturali, e questo è un fatto. Ma è altrettanto vero che l’esposizione individuale a questi rischi può essere sensibilmente ridotta attraverso la conoscenza del problema, la consapevolezza delle possibili conseguenze e l’adozione di alcuni semplici accorgimenti. E attraverso conoscenza, consapevolezza e buone pratiche poter dire, appunto: “io non rischio”.

La campagna Io non rischio è promossa e realizzata da: Dipartimento della Protezione Civile, Ingv-Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Anpas-Associazione Nazionale delle Pubbliche Assistenze e ReLUIS-Consorzio interuniversitario dei laboratori di Ingegneria sismica.

Partecipano a Io non rischio le sezioni locali delle organizzazioni nazionali di volontariato di protezione civile, le associazioni regionali e i gruppi comunali.

Sono stati selezionati volontari su tutto il territorio nazionale, che svolgano il ruolo di formatori all’interno delle aree territoriali di riferimento per le successive edizioni della campagna: area nord, area centro, area sud, area Sicilia e area Sardegna.

Dal 2015, infatti, si è deciso di individuare un gruppo stabile di formatori motivati, disponibili a fare una formazione più approfondita e che – suddivisi a gruppi di due o di tre su base territoriale – hanno il compito di organizzare la formazione a cascata con i volontari delle diverse organizzazioni di volontariato che partecipano alla campagna.

Ogni gruppo di due o di tre volontari formatori, formati in modo approfondito da tecnici, scienziati e professionisti della comunicazione del rischio, diventa responsabile della formazione per le piazze della propria Regione: qualora risulti necessario, viene chiesto ai volontari formatori di organizzare l’attività anche per piazze di Regioni limitrofe.

Alla fine del processo, per essere sicuri che tra tutti ci sia omogeneità nel livello di conoscenze, vengono organizzate delle giornate di refresh: una specie di ripasso in cui ogni partecipante è chiamato a esercitarsi anche attraverso delle simulazioni pratiche. Dopodiché, tutti i volontari sono formati e pronti a incontrare i cittadini.

I volontari non fanno volantinaggio. Non si limitano a lasciare il materiale informativo alle persone, ma si fermano a parlare con loro, illustrano il problema, in qualche modo lo raccontano e rimangono a disposizione per eventuali domande e chiarimenti. Anche dopo le giornate della campagna, visto che, come abbiamo detto, i volontari operano e vivono sul territorio in cui comunicano.

Questo è quello che succede oggi nelle piazze di Io non rischio. Il domani lo costruiremo giorno per giorno con i volontari, i cittadini e tutti quelli che vivono con noi questa campagna.